VIOLA CONFUSA E INFELICE

01.10.2024 00:00 di  Tommaso Loreto   vedi letture
VIOLA CONFUSA E INFELICE
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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom

Non erano piaciute le vie di mezzo a Raffaele Palladino, il tecnico viola le aveva tirate in ballo per spiegare le difficoltà del primo tempo con la Lazio, raccontando di una squadra troppo timorosa, perfino timida. E c’era pure di che dargli ragione, almeno giudicando una manovra offensiva che solo con l’ingresso di Gudmundsson pareva essersi sbloccata.

Passo indietro – In realtà quella timidezza mostrata al cospetto della squadra di Baroni si è palesata anche al Castellani, più per una confusione generale in campo che non per indole dei singoli. E dire che l’allenatore si era sbilanciato in termini di formazione, riproponendo un terzetto di uomini offensivi alle spalle della punta Kean. Un’intenzione comunque smentita dai fatti, anche perché oltre ad agire abbastanza lontano dall’area di rigore la sensazione generale è stata quella di un’eccessiva abbondanza di trequartisti, Gudmundsson incluso, che alla fine hanno quasi rischiato di pestarsi i piedi.

Squadra depotenziata – La principale conseguenza è stata perciò una versione più accorta in difesa ma certamente meno imprevedibile a livello offensivo. Gli zero tiri nello specchio della porta, dato emerso al termine della gara di domenica, raccontano meglio di qualsiasi altro dato l’involuzione tattica della squadra, nella quale più di un singolo continua a ritrovarsi fuori ruolo. Se la scelta di Biraghi terzo di difesa aveva sollevato perplessità l’arretramento di Gosens nella linea a quattro non ha fornito risposte migliori mentre la scelta del duo Cataldi-Bove in mezzo non ha regalato inventiva in fase d’impostazione, quasi che i segnali mostrati nella rimonta sulla Lazio (con lo schieramento riproposto a Empoli) fossero evaporati nel corso della settimana. 

Le gerarchie e la gestione del gruppo – E se sul piano del gioco non è ancora visibile la mano del tecnico anche la gestione dello spogliatoio pare non aver dato troppe risposte. Mentre il conciliabolo tra Gudmundsson e altri pretendenti per una punizione poi non sfruttata a Empoli è qualcosa di già visto, come il duetto con Kean sul dischetto del rigore, le parole di Kouamè nel dopo gara (che ieri tanto hanno fatto discutere) aprono scenari di uno scollamento sul quale intervenire il prima possibile. Magari stabilendo nuove e più chiare gerarchie, ma soprattutto regalando a tutto il gruppo più certezze. Da applicare non solo sui calci piazzati, ma nello svolgimento integrale della partita.