A CORTO MUSO, SPORCHI MA A 3 PUNTI DALLA VETTA

04.11.2024 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
A CORTO MUSO, SPORCHI MA A 3 PUNTI DALLA VETTA

S’aprirà una lavanderia con tutte queste partite sporche! Questo modo di dire, di classificare certe gare mi fa sorridere perché quando si vince trovo che non ci sia niente che non brilli e splenda, niente che non renda questa l’ennesima serata felice per tutti i tifosi viola. Sono cosciente che il bel gioco sia fondamentale, che col gioco si arriva a raccogliere frutti ma se devo scegliere resto per tutta la vita legata al risultato che, come disse un importante signore bianconero, “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” e come arriva lo lascio ai puristi.

Ieri a Torino era un’altra prova non di poco conto perché i granata erano (e sono rimasti) in un periodo nerissimo e cercavano punti come l’aria e, come già successo giovedì contro il Genoa, affrontare un avversario in fondo alla classifica o che viene da tante sconfitte può creare solo problemi. Ma non alla Fiorentina, a questa Fiorentina che è diventata micidiale, scaltra come non mai a sfruttare le pochissime occasioni per agguantare la vittoria. Non è stato certo un incontro vibrante di emozioni ma anche stavolta i ragazzi di Palladino sono stati bravi ad aspettare il momento giusto per infilare il Toro e il momento ha coinciso con l’errore di Maripan che ha trovato però Kean subito pronto, come un rapace, a mettere la palla in rete.

Che forza questo ragazzo, riesce sempre a meravigliarmi ed entusiasmarmi allo stesso tempo e una considerazione mi viene spontanea: se avessimo avuto Moise negli scorsi anni forse un trofeo lo avremmo portato a casa. Non sono fra coloro che gode sulle disgrazie di Italiano, che fa paragoni dicendo che nei campionati passati certe partite le avremmo perse, ma oggi si capisce quanto sia determinante un centravanti bravo. Via, lasciatemelo dire però, Nzola il gol che ha fatto Kean non l’avrebbe fatto e così mi sono giocata il bonus acidella!

È chiaro che la Fiorentina è passata da fare valanghe di gol (6 al Lecce, 5 alla Roma e 4 al San Gallo) a due risultati “a corto muso” come si usa dire ma sempre tre punti prendi per la classifica e quindi non starei a fare lo schizzinoso, magari si vincesse sempre per 1-0. Per la cronaca abbiamo anche preso un palo con Mandragora, che era appena entrato in campo, ma il legno va a pareggiare quello che aveva colpito in precedenza il Torino.

C’è anche da dire che ultimamente la nostra squadra prende pochi gol e gli insegnamenti e i cambiamenti apportati dall’allenatore sono evidenti, dal cambio modulo alla consapevolezza dei calciatori che, come ha dichiarato Dodò a fine gara, si aiutano e guidano a vicenda mentre giocano. Se vogliamo poi trovare la nota da libro Cuore direi che provo un moto di orgoglio nel vedere la coppia dei centrali “fatti in casa” Comuzzo-Ranieri (ieri pure assist-man) sempre più sicuri dei loro mezzi a fare bella mostra delle loro capacità.

Nel complesso devo dire che non abbiamo sofferto per niente, De Gea ieri non ha dovuto fare nessun intervento di rilievo, la difesa è stata attenta ma poco sollecitata dei granata, fra quelli che mi sono piaciuti un pochino meno metto Richardson, Colpani e Sottil ma giusto per fare una piccola graduatoria, senza contare coloro che sono subentrati come Ikonè e Kouamè che ormai spero siano ai titoli di coda.

Il verbo che più si confà alla Viola di ieri a Torino è ottimizzare, da uno sbaglio dell’avversario all’uomo giusto nel posto giusto, per confezionare la settima vittoria consecutiva fra Campionato e Conference tenendo conto che tutto questo succede con l’uomo più importante del mercato, Gudmundsson, ancora fuori per infortunio. Il solo pensiero di cosa potrà succedere al suo rientro mi mette i brividi dall’emozione visto che siamo a soli tre punti dalla vetta della classifica.

La Signora in viola