CORVINO/3, Le verità su Mutu e Prandelli. L'addio...
Ancora le parole di Pantaleo Corvino, con aneddoti sul nuovo acquisto Gonzalez, sulla mancata cessione di Mutut e sulla discussione con Barone al momenTo di lasciare la Fiorentina, partendo dal rapporto con i giornalisti.
Si aspettava la contrapposizione tra società e i giornalisti? Per quanto mi riguarda ho sempre avuto una dialettica vera e sincera con tutti poi c'era chi mi ha supportato e chi non mi ha sopportato, ma sono le dinamiche del calcio come nella vita, non puoi trovare la chimica con tutti. Alcuni credono nelle tue idee, altri no e ti guardano con senso critico diverso ma i confronti sono stati sinceri. Se me l'aspettavo questa contrapposizione? Se uno dice la sua, è giusto che anche l'altro lo dica"
Il nuovo acquisto Gonzalez le piace? "Nell'ultimo viaggio in Argentina trattai due giocatori, uno era Lautaro Martinez ma aveva una clausola rescissoria di 9 mln e c'era anche altro così il giocatore andò all'Inter. A Milano parlai anche con Gonzalez ma l'offerta dello Stoccarda fu maggiore e lui andò lì. Però erano entrambi molto giovani, parliamo di 4 anni fa, e allora Gonzalez era ancora in evoluzione a livello tattico ma si vedeva che aveva potenzialità importante e ora avrà trovato il suo ruolo".
Cosa le manca di Firenze? "Mi manca tutto dopo 10 anni, ho anche mia figlia ancora a Firenze e ci ritorno ogni tanto. Sono stato il direttore che nella storia viola c'è stato di più, come faccio a non provare amore e affetto? Non si può dimenticare, ho avuto solo striscioni dai familiari dei giocatori che non riconfermavo ma con i tifosi c'era odio amore ma anche quando ho sbagliato e di errori ne ho fatti ma loro sapevano che ho cercato di fare il bene della Fiorentina. Prendevo cantonate ma un conto è farlo quando prendi giocatori a tre quattro milioni, un contro quando li prendi a più di 10 milioni. Io ho preso solo 4 giocatori da oltre 10 milioni: oltre alla scarpa d'oro Toni, Vargas a 11, Gilardino a 13, Simeone 16"
Dispiaciuto per Prandelli? "Cesare lo portai nonostante fosse stato scelto un altro allenatore che non conoscevo (Guidolin) perché devi proporre un tecnico che già conosci. Mi fu anche doloroso fare la telefonata a Guidolin per prendere Prandelli ma era giusto così. Con Cesare abbiamo vissuto quasi 5 anni straordinari sotto l'aspetto dei risultati, a parte le ultime partite appunto. Le fortune dei direttori sono avere un bravo allenatore accanto e viceversa. Bravo? Pur con tante contraddizioni, come quella di Mutu che lui era d'accordo a cederlo davanti ad un piatto di spaghetti con le cozze a Lecce, poi dopo l'incontro con la Roma al momento di cederlo, all'ingresso del ritiro, il presidente mi disse di non cederlo più perché l'allenatore non era d'accordo. Ed io su quella decisione non ero d'accordo e tornai a casa mia a Lecce. Il giorno dopo mi richiamò Diego Della Valle per farmi tornare perché avevo fatto bene il mio lavoro. Poi dopo sei mesi dovemmo fare a meno di Mutu per altri motivi, come sapete".
Ha più sentito i dirigenti della Fiorentina dopo l'incontro acceso con il dg Barone? "A meno che non parlino i muri, ognuno può raccontare quello che vuole. La storia dice che ero un ds di una proprietà che non c'era più e quindi era giusto che, nonostanti un contratto di altri tre anni, non era giusto rimanere. Il fatto che lo abbia detto io, dal bilancio si può vedere che i tre anni di contratto non mi sono mai stati risarciti; ho preso una cifra lontana dai tre anni ma anche dai due. Ma era giusto che non rimanessi, per non mettere in difficoltà la nuova proprietà, che doveva essere libera di scegliere con un management scelto da lei. Poi non c'è stata più occasione".
I tifosi? "Non mi avranno apprezzato per qualche acquisto, ma di sicuro hanno apprezzato la mia sincerità. 9 anni a Lecce e 10 a Firenze, la mia vita l'ho passata in queste due città nonostante altre offerte. Fui chiamato alla Roma a parlare e dalla Juventus prima di Marotta, ero sotto contratto con la Fiorentina e ci stavo bene, non mi è mai successo di voler andare via per forza da un posto se ci sto bene".