ANSIA E MERCATO, IL PRIMO COLPO COME UN FETICCIO. E SU CASTROVILLI NIENTE DRAMMI: MICA È RUI COSTA?
Quasi non conta che sia forte, debole, che giochi di lì o di là, non conta se faccia parte di un progetto tecnico, già, ma c’è un progetto tecnico?
Quasi non conta se sia difensore, centrocampista o punta, ciò che sembra contare è che sia il primo.
Il primo acquisto, colpo, o chiamatelo come volete, poiché è solo un feticcio, un totem, un idolo, il simbolo di una campagna acquisti che avvia, di un menù che principia, come diceva Umberto Eco, la saggezza non sta nel distruggere gli idoli, ma nel non crearne mai. Ecco cosa finisce per divenire per taluni quest’ansia da annuncio, questa attesa da squillìo di tromba che trasforma tutto in una polemica degna di miglior causa. Finisce per diventare un feticcio, eppure essendo ai primi giorni di Luglio, la Fiorentina è tutt’altro che in ritardo per iniziare le danze della ballata del rinforzo ( e non del rinforzino).
Più interessante del quando sarebbe utile discettare sul chi, poiché un acquisto non può davvero valere l’altro ed alla fretta è preferibile la qualità di chi arriverà, se poi il tecnico Italiano fosse realmente‘ infastidito’ come vorrebbero alcune indiscrezioni giornalistiche, farebbe bene a rappresentare tale ipotetico disagio ai suoi colleghi dirigenti, magari in camera caritatis, visto che è un dirigente anch’egli e non un passante. Ad ogni modo i tempi per realizzare un’ottima campagna rafforzamento ci sono.
La Fiorentina deve ripartire da alcuni puntelli di qualità e sullo scheletro delle certezze innestare i nuovi. Tra le certezze di qualità da cui iniziare il rimbalzo per futuri successi ci sono di certo Dodò e Milenkovic per la retroguardia, come c’è Gonzalez per l’attacco. Di tale nobile novero, nessuno ce ne voglia, non è invece Castrovilli, attorno al quale si fa un gran chiasso per la vicenda rinnovo. A taluni inavvertiti potrà infatti parere che egli sia quasi un Rui Costa, ma non lo è.
A giorni, il 13 Luglio, cade un anniversario che in molti ricorderanno: era un giorno strano al Franchi, più o meno una generazione fa, chi era bimbetto è oggi un giovanotto, chi era giovane come chi scrive, è oggi un uomo di mezza età, chi era maturo inizia a intravedere innanzi il tramonto della vecchiezza. Ed eravamo tutti lì, tra il campo e la Maratona, tutti in lacrime compreso lui Manuel Rui Costa che raccoglieva i fiori e salutava la sua città e salvava la Fiorentina andando al Milan per 85 miliardi di lire ( che non bastarono), a dargli pacche sulle spalle in tanti che oggi non ci sono più, come Paolo Beldì, Oliviero Beha, Valter Tanturli, Pietro Vuturo( e chiedo scusa se non ho nominato qualcuno).
Viceversa il nostro giovane Gaetano Castrovilli, il quale calcisticamente non è ancora né carne né pesce, dovrebbe imparare che prima di pretendere aumenti importanti, sarebbe d’uopo si costruisse un’identità calcistica in un club serio come la Fiorentina, dove ha la fortuna di avere un allenatore di ottimo livello. Poi, magari dopo almeno una stagione senza infortuni, potrà battere cassa oppure chiedere di andarsene, ma per intanto lui, e chi vorrà, vada su youtube e cerchi ‘ addio Rui Costa’, così tanto per vedere che anche nel pallone mercenario ci sono sentimenti ed emozioni impagabili.
Buona visione e perdonate la mia polo marroncina che avrei remore ad indossare anche oggi, ma darei tanto per risentire la forza e la salute di un cronista neppure trentenne. E sul mercato non fatevi prendere dall’ansia, godetevi l’estate, del resto non lo sapete che se guardate fisso la pentola l’acqua non bolle mai?