Colpo Fagioli, ora il centrocampo è un punto di forza. Zaniolo, scommessa rischiosa ma bella. Lo sforzo per migliorare c’è stato, l’addio a Sottil cancella gli esterni. Scelte giuste per le idee di Palladino
Si è chiuso il mercato degli scalpi invernali e la Fiorentina è salita sulla giostra dell’ultimo giorno respirando tutta l’aria buona del Luna Park. Con una ciliegiona sulla torta, chiaro segnale di rilancio in un mercato complicato come quello di riparazione: brividi last minute e accordo con la Juve per Fagioli, il centrocampista più inseguito per aggiungere gestione e verticalità, bel mix, era dai tempi di Torreira che mancava un regista in grado di fare _ il calcio è sinuosa scelta dei tempi _ anche il mestiere dell’incursore. Ok proprio nel finale del mercato con un’overdose di adrenalina, ma che bel segnale per tutte le dirette concorrenti. E che aggiunta di robustezza, per mettere nel mirino la Champions in un’annata che potrebbe portare gloria (insieme a tantissimi soldi). Il 3 di febbraio la Fiorentina è più forte di prima? Pochi dubbi su questo: sì. Più attrezzata senz’altro e tonica laddove prima soffriva. E' stata presa con forza una direzione precisa, per concentrare la qualità dinamica al centro (e poi ci sono tanti giocatori di talento per fare i trequartisti) eliminando gli esterni di ruolo, oltretutto incapaci di misurarsi su due fasi.
Tanti fronti aperti fino all'ultimo secondo, compreso quello di Sottil che improvvisamente è entrato nei radar del Milan scivolando fuori da quelli della Fiorentina. E poi Fagioli, l'obiettivo per irrobustire il centrocampo dopo l'ingaggio di Ndour. Ma dunque, la Fiorentina ora è più forte? Qualche considerazione a caldo la facciamo, il mercato è finito da pochi minuti: la sensazione è decisamente positiva, la società si è mossa rispettando le promesse. Sempre a caldo, manca un attaccate catalogabile come vice-Kean, ma Zaniolo è stato un falso centravanti per Gasperini e un jolly in attacco pronto a giocarsela in tutti i ruoli. Fra i nuovi arrivi è una bella scommessa con una piccola dose di rischio, Ndour è un giovane e teorico talento che a centrocampo ha giocato in Portogallo, Francia e Turchia in squadre di primo piano, Valentini è arrivato dopo una lunghissima attesa e altrettanto rapidamente è schizzato via in prestito al Verona. Misteri. Pablo Mari va a rinforzare il pacchetto dei centrali, con Comuzzo, Ranieri e Pongracic (più Moreno che probabilmente è considerato la riserva di Dodo).
Il vortice invernale del compra e vendi (soprattutto vendi, se ne sono andati in sette) non ha ridisegnato il profilo della squadra in modo deciso, ma ha aggiustato importanti dettagli in rosa migliorandola senz’altro laddove erano emerse le criticità più gravi, cioè a centrocampo. Fra parentesi, smazzata galattica in uscita, perché insieme a Quarta se ne sono andati Biraghi, Kouame, Ikone, Christensen e Sottil. Dall’estate in poi, un colpo quasi totale di cimosa sul vecchio gruppo.
In attesa di capire quanto valga Ndour - ci auguriamo abbia un impatto maggiore di Richardson - concentriamoci su Zaniolo: una bella scommessa in tutti i sensi, bella perché il talento del giocatore è indiscusso e la speranza è che prima o poi sbocci senza i soliti intoppi, ma anche ‘bella’ in quanto ampia, con una quota di dubbio non indifferente. E’ riafforata negli ultimi giorni una frase che Gasperini ha scolpito nella durezza (‘Con Zaniolo abbiamo perso la scommessa’) e in tanti catalogano il rimbalzo atalantino come l’ultima occasione persa dal jolly di attacco per restare ad alti livelli; chi scrive è molto meno sicuro che questo sia vero, certo che più che nelle ginocchia (entrambe operate) bisognerebbe entrare nella testa di un giocatore così forte che si è fatto del male da solo, parecchie volte, cucendosi addosso un identikit scansato da chi non ha il coraggio di credere nella riabilitazione. Palladino però sembra adatto per rilanciarlo, a livello umano molto più di Gasperini che i giocatori li spreme in ogni senso: Zaniolo si rilancerà proprio da dove decise di scappare, quando era poco più che ragazzino? Ndour è stimato da chi ne ha seguito l'evoluzione calcistica lontano dall'Italia, fra questi anche il Ct Spalletti che non parla mai a caso. Pagato una cifra accettabile (circa 6 milioni) si è presentato con un gran fisico e la speranza di farsi spazio in un Paese che ha frequentato solo nelle giovanili, prima di traslocare nel Benfica.
Per chiudere, può essere utile un breve riassunto dopo le 30 partite giocate dal 17 di agosto in poi, cioè dall’esordio in campionato contro il Parma - gran gol di Biraghi, fa anche effetto scriverlo - fino alla sudata vittoria di domenica contro il Genoa. Partenza sofferta e assetto fragile, brividi in Conference contro la Puskas Akademia, quattordicesimo posto in campionato dopo 3 partite piene soprattutto di confusione. Poi in breve la svolta contro la Lazio, il cambio di modulo con Bove equilibratore, le vittorie importanti contro il Milan e la Roma, la festa del gol al Lecce, l’incrocio con l’Inter da seconda in classifica. Quello che è successo a Bove è stato devastante per il gruppo, sono arrivate l’eliminazione in Coppa Italia contro l’Empoli e poi la fase complicata con 2 punti in 6 partite. Nuova svolta e nuovo cambio di modulo contro la Lazio dopo una partita dominata nel primo tempo e poi subìta nella ripresa, più o meno quello che è successo contro il Genoa. Ma finalmente con un centrocampo reso più solido da Folorunsho, senza esterni alti poco utili. Per l’appunto. E ora, dopo il mercato, potrà cominciare una nuova vita anche se giovedì - ricordiamolo - i nuovi acquisti non potranno giocare contro l’Inter. Ma questo mercato di gennaio ha aggiunto coraggio, semmai ce ne fosse stato bisogno.
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