LA RANA, ROCCO, IL MERCATO E L’AMBIZIONE

02.08.2024 10:50 di  Stefano Prizio   vedi letture
LA RANA, ROCCO, IL MERCATO E L’AMBIZIONE
FirenzeViola.it

L’incredibile stato da lavori in corso della Fiorentina di Palladino ad una quindicina di giorni dall’inizio del campionato è ormai sotto gli occhi di tutti, senza che un cronista accaldato s’affanni a descrivere lo stato d’urgenza in cui è stata precipitata la società ai lettori. Eppure la principale preoccupazione dei dirigenti viola sembra essere quella di tagliare ulteriormente i costi del bilancio vendendo i migliori, invece di dotare l’allenatore di uno straccio di centrocampo anche solo credibile. 

E così stando le cose, il massimo dello sgomento che il tifo organizzato riesce ad esprimere, ammesso e non concesso che abbia ormai un senso l’esistenza di un tifo organizzato, è il tonitruante comunicato del centro coordinamento col suo squittìo di ieri: ‘Valuteremo a fine mercato’ (da far tremare le vene ai polsi dei dirigenti). Valuteremo a fine mercato, del resto perché non a fine campionato? Infatti un anno erano appena arrivati, l’altro c’era il Covid, poi in fondo sono arrivati in Conference, poi in finale di Conference, il quarto sono andati in finale di Conference e Coppa Italia. Ad inizio del sesto anno il presidente ha detto: ‘Scusatemi per il passato, ma adesso siamo molto ambiziosi’. E noi valuteremo a fine mercato, malgrado i segnali non molto confortanti, comunque ci stiamo senza brontolare troppo. 

Fu del resto lo scienziato e filosofo Noam Chomsky che teorizzò il principio della rana nell’acqua: all’inizio la rana entra nell’acqua tiepida e non ci sta male anzi. La rana non sarebbe mai entrata in una pentola d’acqua già bollente. Poi sotto la pentola s’accende il fuoco e l’acqua si fa via via più calda, con la rana che  ancora  non salta fuori, poi l’acqua si scalda fino a giungere  piano piano ad ebollizione, ma la rana ormai stordita non può più saltar fuori perché bollita.

Qui parliamo di calcio, quindi poco male. Ma è accaduto un po’ lo stesso nel libero, democratico ed evoluto Occidente coi diritti dei lavoratori. Era il grande filosofo e rivoluzionario Lenin che ammaestrava come chi non sta da una parte o dall’altra è lui la barricata. 

Tornando a più prosaici argomenti, desta un certo dibattito anche la sola voce che vorrebbe Nico Gonzalez ceduto all’Atalanta. Suona fesso infatti che il club viola ceda un suo pezzo forte ad una società che storicamente le è sempre stata inferiore. Se andasse alla Juve (come pure è possibile) ciò sarebbe amaro, ma nell’ordine naturale delle cose.

Intendiamoci, se Nico va a Bergamo, infastidirsi è normale, ma va detto che ormai l’Atalanta ha sopravanzato la Fiorentina in termini di fatturato e risultati sportivi e questo perché il suo presidente, malgrado i mezzi nettamente inferiori a Commisso, ha investito affidandosi a dirigenti competenti e seppure abbia venduto talvolta i suoi campioni (come ha fatto anche il Napoli per citare un altro club che era dietro ed è adesso molto avanti ai viola) lo ha fatto per poi reinvestire i denari incassati in giocatori ancora più forti. Grazie a questo ha allargato anche il suo bacino d’utenza, superando quello viola.

Già poiché è con le vittorie sportive e coi campioni in squadra che si guadagnano nuovi tifosi in Italia e nel mondo. Si pensi  quanti nuovi tifosi viola ha fatto nascere l’aver avuto in viola, tenendolo per nove anni, un Gabriel Omar Batistuta. Viceversa la Fiorentina di Commisso ha venduto e vende i suoi già  radissimi campioni per mantenere i bilanci in pari e pagare le utenze del Viola Park (luce, gas Tari). Fatto sta che il Napoli e soprattutto l’Atalanta sono oggi avanti alla Fiorentina per i parametri economici e le vittorie sportive e lì resteranno a lungo. Non solo, così facendo presto altre squadre potrebbero superare il club viola immobile nella palude della sua ossessione per i conti, ad esempio è probabile che il Bologna investirà sagacemente i proventi della qualificazione in Champions e della vendita di qualche campione, innescando perciò un circolo virtuoso di crescita. 

Intanto la rana è nell’acqua che si fa via via più calda. 

Siate affamati e siate folli diceva Steve Jobs. Jobs, vero grande imprenditore americano come Commisso, è probabile che non venderebbe il brevetto Mac ai cinesi  per pagare le bollette dell’ Apple Park di Cupertino.