AUGURI A... Emiliano Mondonico, uno di noi

09.03.2011 14:20 di  Stefano Borgi   vedi letture
AUGURI A... Emiliano Mondonico, uno di noi
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Emiliano Mondonico compie 64 anni e, se siamo quì, lo dobbiamo anche a lui. Quante volte abbiamo usato questa frase, e quante volte ci è sembrata ridondante, perfino generosa. Il caso di Emiliano Mondonico è diverso. Innanzitutto celebriamo il ritorno del tecnico di Rivolta d'Adda sulla panchina dell'Albinoleffe dopo il bruttissimo quarto d'ora passato il 31 gennaio, quando fu operato d'urgenza per un tumore all'addome. Pochi giorni, il tempo di assorbire un intervento riuscito perfettamente (la sofferenza di tre tribune prima di riassaggiare l'erba del rettangolo verde) e di nuovo in trincea per una nuova vita da atleta e condottiero. "Mondo", si sa, è da sempre tifoso viola, "Mondo" è uno di noi, addirittura nominato socio onorario del viola club 7bello con tanto di tessera ed affiliazione. Lo stesso 7bello gli dedicò uno striscione appeso alle cancellate del Franchi, con la scritta..."Forza Emiliano, vinciamo insieme", per esorcizzare tutti uniti il momento più brutto. Emiliano Mondonico, insomma, un cuore viola che batte e che, il 15 febbraio 2004, accorse al capezzale di una Fiorentina agonizzante, appena sconfitta in quel di Trieste per 2-1 e distante ben 11 punti dal 6° posto (l'ultimo utile per disputare lo spareggio per risalire in serie A). Ecco perchè diciamo che se siamo quì lo dobbiamo anche a lui.

Si trattò di una rimonta fantastica: 20 partite con 12 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, più le 2 vittorie nello spareggio contro il Perugia, che vollero dire serie A dopo aver conosciuto l'inferno della C2. Purtroppo non durò molto. Mondonico aveva un carattere difficile, apparentemente conciliante ma molto, troppo orgoglioso, poco incline al compromesso. Emiliano aveva capito da tempo che la sua esperienza in viola stava per finire. Resistette finchè potè, sopportò uno stand-by di 15 giorni dopo la promozione (i Della valle non erano convinti, l'allore Direttore Generale viola Fabrizio Lucchesi lo difese fino all'ultimo e lo convinse a restare) e cominciò il campionato 2004-2005 tra la diffidenza generale. I risultati altalenanti non lo aiutarono, e dopo un 2-2 ad Udine (splendida doppietta di Fabrizio Miccoli, per assurdo la miglior prestazione della Fiorentina in quello scorcio iniziale di campionato) riuscì a farsi licenziare adducendo una presunta contestazione ai suoi danni da parte dei tifosi (una delle cause fu anche lo scarso utilizzo di Portillo, talento del Real Madrid prestato alla Fiorentina, ma giudicato troppo acerbo dallo stesso Mondonico). La verità? Il rapporto tra "Mondo" e la proprietà si era ormai sfilacciato e quei pochi fischi furono solo un pretesto per andarsene prima possibile. Subentrò Sergio Buso, preparatore dei portieri, e poi Dino Zoff in quella che fu la stagione dei "cattivi pensieri", cominciata male, proseguita malissimo, finita benino, quantomeno con la permanenza in serie A. Che poi quel finale convulso fosse il prodromo di calciopoli...questa è un'altra storia.

Che dire del Mondonico allenatore? Il pedigree è di tutto rispetto: 1 coppa Italia col Torimo nel 92'93', 5 promozioni dalla B alla A, una finale di coppa Uefa persa col Torino (stagione 91-92), probabilmente il picco più alto raggiunto come tecnico. La sua Fiorentina (va detto) non era spettacolare, si affidava alla prima punta di peso (Riganò), privilegiava le ripartenze pur regalando  l'impressione di un grandissimo equilibrio tattico e di essere costantemente presente a se stessa. E poi non mollava mai, fino al 90' ed oltre. Ricordiamo la vittoria al 93', con gol di Vryzas, contro un fortissimo Palermo (tra i rosanero c'era Toni centravanti e Santana esterno...tanto per gradire) vera e propria svolta del torneo. E l'altra contro il Napoli, grazie ad una rete a tempo scaduto di Delli Carri (tanto nomine), sei punti decisivi in una rincorsa mozzafiato verso la massima serie. Oggi Mondonico è un distinto signore che se l'è vista brutta, ma ancora con la passione di stare sul campo ad insegnare calcio, a studiare mosse e contro mosse per imbrigliare l'avversario di turno. A lui va la nostra gratitudine, i nostri auguri ed il nostro arrivederci, magari su una panchina di serie A (ahimè da avversario), magari su una del "Franchi".