"AMARCORD", La Fiorentina, il Siena e... le storie dei derby maledetti
Le carte in tavole le ha cambiate Cesare Prandelli. Non erano state sufficienti autentiche icone del calcio mondiale come Antognoni, Bertoni, Batistuta, Rui Costa. Come i tori nell'arena, appena i cugini toscani intravedevano il colore viola (che effettivamente tende al rosso scuro), moltiplicavano le forze, le capacità tecniche e nervose, e si trasformavano in una sorta di Caino e Abele, Davide contro Golia dove la storia, sopratutto in quest'ultimo caso, sovvertiva la legge del più forte. Due esempi illuminanti, pescati nel passato: sotto un sole pallido e ingannatore, si materializzò il canto del cigno della Pistoiese in serie A, datato 18 gennaio 1981. Rognoni, Antognoni su rigore e Badiani fissarono il risultato, tremendamente umiliante per i viola. Un salto di 16 anni e per la quarta giornata arriva a Firenze l’Empoli di Luciano Spalletti. Fiorentina lanciata, il torneo è quello 97-98 con Malesani in panchina, e affossata sette giorni prima da Cesari e Taribo West in quel di Milano. Azzurri, invece, sorprendenti che, sotto nel 1° tempo per un gol di Batistuta, ribaltano il risultato con Pane e Martuscello. Potremmo citare anche le fatiche d’Ercole che la Fiorentina ha sempre compiuto all’Arena Garibaldi contro il Pisa o gli anni che sono intercorsi (ben 47) fra l’ultima vittoria viola a Siena e quella di tre anni fa.
Analizzando il cammino della nuova Fiorentina (quella griffata Della Valle, dal 2002 ad oggi) si sono giocati 37 derby toscani, con 18 vittorie totali, 10 pareggi, e 9 sconfitte. Scendiamo nel dettaglio: 5 vittorie, 5 pareggi e due sconfitte nell’annus horribilis della C2, una sconfitta ed un pari in serie B l’anno dopo, due sconfitte e due pareggi il primo anno nella massima serie. Poi si torna a vedere la luce. Sulla panchina viola siede Cesare Prandelli e da quel giorno la Fiorentina comincia a fare la voce grossa, forte di tre fuoriclasse nei loro ruoli (Prandelli appunto, Frey, Toni, ed il secondo anno arriverà il quarto, Mutu), spina dorsale di una formazione finalmente vincente. Nei due anni di Luca Toni lo score, con Empoli, Livorno e Siena, è stato identico, 4 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta. Nella stagione scorsa si è sfiorato il punteggio pieno con 5 successi, una sola sconfitta (guarda caso a Siena, il 10 marzo 2008), e una diffusa sensazione di aver giocato al gatto col topo.
Quest'anno sono rimaste due squadre toscane ed il primo round è andato al Siena (vittorioso per il secondo anno consecutivo) complice una prestazione incolore dei viola (eufemismo), l'arbitro (c'erano due rigori per la Fiorentina) ed il giudice sportivo che aveva squalificato Gilardino per due giornate dopo la mano galeotta di Palermo (quella di Siena fu, appunto, la seconda giornata dopo la prima già scontata contro l'Inter.) C'è una frase abusata nel calcio che recita più o meno così: "Oggi per noi è come una finale..." Personalmente la detesto e la abiuro, ma contro i bianconeri senesi rende bene l'idea. Fiorentina-Siena è una partita senza appello, da dentro o fuori... proprio come una finale.