"CATTIVI PENSIERI" Squadra vecchia, nuovo modulo...la Fiorentina torna a sorridere
"Dobbiamo ritrovare il sorriso, la voglia di giocare e sopratutto continuità. In questi anni siamo la squadra che ha cambiato più volte il modulo di gioco, è ora di mettere un punto fermo e di cercare una stabilità." Parole e musica di Cesare Prandelli. Partiamo dai fatti: 1) La Fiorentina a Bergamo ha disputato la miglior prestazione degli ultimi mesi. Non la ricordavamo così da gennaio, quando nelle due trasferte con Milan e Juve i viola raccolsero zero punti ma consensi unanimi (nota a margine...in entrambi i casi non c'era Mutu...) 2) La condizione fisica è sembrata in netto progresso e i 15 giorni di sosta, nonostante l'assenza (massiccia) dei nazionali, sono stati propedeutici. Lo stesso Prandelli aveva chiosato: "Sono fiducioso, sopratutto in coloro che sono rimasti a casa. Si sono allenati molto bene." E infatti in campo sono andati 8/11 dei giocatori out dalle rispettive rappresentative compresi due big come Frey e Gilardino, fuori dal giro per motivi diversi. 3) E' riapparso il "gruppo", lo "spirito" di squadra, e attingendo ancora al giochino delle percentuali, notiamo come a Bergamo siano stati schierati ben 7 elementi presenti nella rosa della scorsa stagione, con Donadel, Semioli e Pasqual, ripescati alla bisogna e subito pronti per l'uso. 4) Altro fatto acclarato: l'avversario decimato da squalifiche ed infortuni con Doni (una sorta di Mutu nerazzurro), Cigarini, Guarente e Manfredini assenti, Floccari a mezzo servizio. A questo aggiungiamoci l'espulsione di Peluso a metà ripresa ed il vento ha strambato definitivamente dalla parte viola. La Fiorentina da parte sua rispondeva con le defezioni di Mutu, Melo, Gamberini, Vargas (beh...), Jorgensen, Kroldrup e all'ultimo minuto anche di Comotto, con Donadel assoluta new-entry nel ruolo di terzino destro. Match pari, quindi, da questo punto di vista. La differenza l'ha fatta il tasso tecnico di alcuni giocatori come Jovetic e Gilardino.
Squadra vecchia (e l'abbiamo vista), modulo nuovo abbiamo titolato ed è vero solo in parte. La Fiorentina contro l'Atalanta ha giocato con un 4-2-3-1 certamente innovativo per questa stagione (in questi mesi avevano dominato il 4-3-1-2 col "rombo" e, sopratutto ad inizio campionato, il 4-3-3.) Senza tornare ai tempi di Parma dove il mister viola schierava un sistema di gioco identico, con Marchionni e Bresciano esterni e Lamouchi centrale nella linea dei trequartisti dietro all'unica punta Gilardino, anche nel 2005-2006, l'anno d'esordio sulla panchina viola, la Fiorentina giocava con un 4-2-3-1 con Brocchi e Donadel davanti alla difesa, Jorgensen e Fiore esterni, Pazzini prima e Jimenez poi, centrali dietro al "pennellone" di turno Luca Toni. Ebbene si, abbiamo detto Pazzini e non ci siamo confusi, perchè Giampaolo spesso arretrava di dieci metri per cucire il gioco tra centrocampo e attacco e sfruttava la sua elevazione per "spizzare" palloni invitanti per il bomber mondiale che ringraziava e...portava a casa. Più o meno quello che ha fatto Bonazzoli a Bergamo (anche quì giuriamo sulla nostra lucidità) che da quando è entrato si è messo dietro a Gilardino e lo ha assistito con sponde ed assist (vedi quello che all'87' ha lanciato Semioli al cross vincente per lo stesso "Gila".) Bene, se Prandelli cercava stabilità nel modulo crediamo possa averla trovata proprio nel giorno in cui ha rivoluzionato squadra e sistema di gioco. Riepiloghiamo: difesa a quattro con Pasqual (attualmente preferito a Vargas) di nuovo titolare, cerniera di centrocampo formata da Montolivo e Melo, col "talento di Caravaggio" più accentrato, meno confinato sulla fascia e per questo più coinvolto nello sviluppo del gioco, tre mezzeali come Kuzmanovic, Semioli e Jovetic (o Mutu quando sarà di nuovo pronto), a supporto dell'inamovibile Gilardino. Basta, quindi, col "rombo" (ormai è chiaro, non esiste un vice-Santana credibile), basta col 4-3-3 (troppo prevedibile), basta col 4-4-2 (troppo statico, bloccato nelle sue posizioni), spazio invece ad un modulo che favorisce l'interscambio fra reparti e giocatori (quante volte, a Bergamo, abbiamo visto Semioli a sinistra, Kuzmanovic centrale, Jovetic prima largo, poi accanto piuttosto che dietro a Gilardino...) e non dà punti di riferimento. La riprova sabato sera, al "Franchi", contro il Cagliari rivelazione.