"OCCHI PUNTATI SU..." Stevan Jovetic, un asso nella manica per Cesare Prandelli
Stevan Jovetic spunta così, all'improvviso, quando meno te lo aspetti. Secondo gol in campionato, il primo su azione dopo il rigore di Bergamo, due occhietti vispi che fanno capolino da sotto una "zazzera" di capelli, un' espressione a tratti spesata, a tratti timida, permeata costantemente da quella semplicità che fa rima con umiltà. Jovetic dà ancora del lei ai giornalisti, non alza mai la voce, esegue e si adegua anche senza capire, basta che glielo dica il suo allenatore del quale si fida cecamente. E Prandelli gli da fiducia, lo stimola, lo educa ad un ruolo fatto di fantasia, sacrificio, ma anche di pazienza, sopportazione, con un unico collante, quello dell'impegno e dell'abnegazione. Corri ragazzo corri, non fermarti a capire, che il tuo momento arriverà, sembrava dirgli il "Mago di Orz", e come un giocatore che "va a vedere" le carte dell'avversario, lo butta in campo a rompere gli equilibri, in poche parole... estrae l'asso dalla manica. Sono considerazioni, queste, che ci ha suggerito l'utilizzo del montenegrino in quest'ultimo mese di campionato. Un colpo di coda, un valore aggiunto messo sul tavolo da gioco per sparigliare, per risvegliare la partita da un pericoloso torpore e così Cesare Prandelli ha vinto la mano, l'ennesima come dicono i numeri (ben 6 nelle ultime 7 giocate) aspettando, fra tre domeniche, la vittoria finale. Sono le ultime fatiche, racchiuse in meno di un mese, dopo di che, percorrendo la strada della magia, si materializzerà l'agognata "musichina", prenderà forma il lenzuolo sventolato in mezzo al campo con il logo della Champions, e sentiremo di nuovo rotolare quel magnifico pallone contrappuntato di stelle, tenuto fra i piedi da altre 11 stelle, quelle viola.
La storia del calcio è piena di simili esempi: ricordiamo il Cabrini ed il Paolo Rossi dei mondiali d'Argentina nel 1978. Il terzino aveva esordito da poco nella Juventus e "Pablito" aveva stupito l'Italia intera vincendo la classifica cannonieri col Vicenza di G.B.Fabbri. Ne fecero le spese Cuccureddu e Graziani, che però tacquero per manifesta inferiorità. Che dire di Totò Schillaci, eroe delle notti magiche di Italia 90', che sostituì il ribelle Carnevale come secondo attaccante accanto a Vialli, divenendo ben presto il primo per rendimento e reti segnate (6, capocannoniere del mondiale, in 7 partite). Restando in casa viola fece epoca Luciano Miani che nel 1981 prese il posto di Antognoni, dopo l'incidente con Martina, surrogandolo al meglio con l'atout anche di 4 gol decisivi. E poi l'ultimo, forse il più grande di questa categoria di "guastatori", Anselmo Robbiati (a proposito, complimenti a lui e ad Enrico Chiesa per la promozione del loro Figline), il prototipo della riserva che entra subito in partita e demolisce il nemico. Ecco, Stevan Jovetic può essere, quindi, la novità che sposta gli equilibri, che stramba la stagione viola verso il tavolo dei potenti. La nostra onestà intellettuale ci impone di dire che nutrivamo molti dubbi sull'efficienza e adattabilità di Jo-Jo al campionato italiano, e qualcuno, comunque, non è ancora stato fugato del tutto. Certo che la crescita del riccioluto attaccante ha sorpreso in positivo ed è talmente evidente da non far rimpiangere oltremisura l'assenza di Adrian Mutu. Ah proposito...per ora ci limitiamo a dire che Adrian può guarire con calma e su questo argomento abbiamo raccolto le firme anche di Pasqual, Vargas, Montolivo, Semioli e perfino Gilardino.
La partita di Stevan al celeberrimo "Cibali" è stata di puro cachemire: un gol dopo 11 minuti, finalmente su azione con un preciso tiro da fuori. Dribbling, iniziative a go-go, guizzi vincenti, un secondo gol fallito di un nonnulla, e tanti, tanti contrasti vinti. Di spalla, spostando l'avversario, proteggendo il pallone come il più consumato dei mestieranti, insomma...un giocatore completo, che ora sente la fiducia della squadra e dell'allenatore scivolargli addosso e carezzarlo dolcemente. Prandelli ha prevenuto il dolore prima di curarlo, annunciando che proverà insieme Mutu e Jovetic per non disperdere il patrimonio di grande personalità che può dare il "fenomeno" e di grande freschezza ed entusiasmo che, al contrario, può regalare Jo-Jo. Il risultato parziale sarà una convivenza forzata che, speriamo, si risolva in una gradevole coabitazione. Quello finale invece, e ci preme più di tutti, ci auguriamo sarà un urlo di gioia verso la coppa dalle grandi orecchie, per tanti motivi, economici, gestionali, chi più ne ha, più ne metta, ma anche per vendicare l'edizione di quest'anno un pò perduta, un pò (ingenuamente) buttata via.