BARAK, DALL'EROICA NOTTE DI BASILEA A UN ADDIO AMARO

05.09.2024 10:00 di  Jacopo Mannina   vedi letture
BARAK, DALL'EROICA NOTTE DI BASILEA A UN ADDIO AMARO
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"Nico che crossa, sponda di Jović, arriva Barak! Sì, sì, sì, sì, si va a Praga." È questa la celeberrima emozione di Massimo Marianella, telecronista di Sky, per uno dei gol che hanno segnato la storia recente della Fiorentina: quello di Antonin Barak nel ritorno della semifinale di Conference League contro il Basilea, ormai due stagioni fa. Un gesto tecnico semplice, forse addirittura basilare, con il quale però il ceco ha fatto sognare un'intera città. Un gol che tuttavia rischia di diventare l’unico motivo per cui Antonin Barak rimarrà nel cuore dei tifosi gigliati. Sì, perché in due stagioni, a parte la Conference, il suo rendimento con Vincenzo Italiano non è stato dei migliori, e adesso, con il nuovo tecnico, quella sintonia continua a non sbocciare. Palladino, nonostante gli abbia dato una maglia da titolare contro il Venezia, non lo vede infatti al centro del progetto e, a mercato chiuso, ha dato il via libera per lasciarlo partire, al pari di Brekalo, in prestito con diritto di riscatto al Kasimpasa.

La Conference nel DNA - È raro trovare un giocatore che, quando affronta una competizione diversa dal campionato, si trasforma come Antonin Barak. L’ex Hellas, infatti, fin dal primo match europeo dell’era Commisso, si è reso subito decisivo con un gol contro il Riga. Prima di arrivare al gol di Basilea, il ceco segnerà anche contro gli Hearts, nuovamente contro il Riga e contro il Sivasspor. Solo Cabral e Jović faranno meglio di lui, essendo però avvantaggiati da una posizione di campo più avanzata. L’anno successivo, Barak colleziona un bottino più magro: 3 gol, di cui due nel doppio scontro contro il Maccabi Haifa, ma rimane comunque una garanzia anche nei match giocati spesso da titolare. Insomma, quando si pensa alla terza competizione europea, si pensa a Barak, che con il suo rendimento, e soprattutto con il gol al Basilea, ha legato con forza il suo nome e quello di Firenze alla competizione.

L’altra faccia della medaglia - Era difficile emulare le 11 marcature e i 4 assist della stagione 2021/2022 con il Verona, un rendimento che per Barak rappresentava il biglietto da visita per la sua nuova avventura in maglia viola. Eppure, il ceco non sboccia mai, realizzando solo 4 gol in due anni in campionato. Tra i tanti fattori che lo ostacoleranno c’è il modulo di Italiano, che inizialmente gli ritaglia un posto come mezzala, dove non può sprigionare tutta la sua forza balistica. Con il passaggio al 4-2-3-1, il ceco finalmente avanza, ma stavolta si trova davanti un "mostro sacro" nelle gerarchie: Jack Bonaventura, che lo relega spesso in panchina. Il secondo anno inizia ancora peggio, con Barak che salta gran parte della preparazione estiva al Viola Park per un infortunio che condizionerà anche i primi mesi di campionato. Con Bonaventura avanti nelle gerarchie nei primi sei mesi, Barak dovrà fare i conti da gennaio in poi con l’arretramento nel suo ruolo di Beltrán, non potendo quindi mai contare su una titolarità assoluta. Poche occasioni, dunque, e non sfruttate in maniera eccezionale, lo portano alla stagione in corso, dove vede il campo solo contro il Venezia in una prova non eccezionale.

Aria d’Addio - Il Kasimpasa, club di Istanbul, ha praticamente definito il suo passaggio. Il trequartista nato a Příbram si trasferirà dunque nella Super League turca con la formula del prestito con diritto di riscatto, il che significa che, se le cose andassero bene con il nuovo club, quello di Antonin potrebbe essere un viaggio di sola andata. Un giocatore dall’enorme potenziale che si è un po’ smarrito a Firenze, ma che rimarrà nella mente del popolo viola per quella fantastica notte del 18 maggio 2023.