DEPAY E UNA NUOVA IDEA A COSTO ZERO. MA DAL 2019 SOLO JACK HA FUNZIONATO

20.06.2024 13:00 di  Andrea Giannattasio   vedi letture
DEPAY E UNA NUOVA IDEA A COSTO ZERO. MA DAL 2019 SOLO JACK HA FUNZIONATO
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Il nome nuovo di mercato accostato alla Fiorentina - rilanciato dalla Gazzetta dello Sport ma con conferme anche all'interno della nostra redazione - è quello di Memphis Depay, attaccante olandese classe '94 (attualmente impegnato agli Europei con la sua Nazionale) e ormai in uscita dall'Atletico Madrid, dal quale si svincolerà tra soli dieci giorni. Un'idea dunque a costo zero per il club viola, che nel caso in cui scegliesse di puntare sull'ex Barcellona dovrebbe a quel punto limitarsi "solo" - si fa per dire - a pagare lo stipendio del giocatore, che nell'ultima stagione era a libro paga dei Colchoneros per 4 milioni netti di euro: non certo uno scherzo.

Il sentore dunque è che l'area tecnica viola, per alzare nell'immediato il livello di competitività della rosa e garantire a Raffaele Palladino una pedina con un curriculum di spessore, possa scegliere di rispolverare un antico modus operandi, ovvero quello che spesso nelle ultime stagioni ha visto Daniele Pradè puntare su svincolati più o meno di lusso per, al contempo, accrescere il tasso di competitività della squadra e creare entusiasmo tra i tifosi in vista di una stagione nata sotto il segno della parola "ambizione".

Ma come sono andati, fin qui, i parametri 0 che sono approdati alla Fiorentina dal 2019 ad oggi, ovvero dal giorno in cui Pradè è tornato a ricoprire il ruolo di direttore sportivo viola? Andando per gradi e partendo da Ribery, si può dire che per il francese, quelle vissute in maglia viola, siano state due annate col doppio volto. L'ex Bayern era partito bene ma a metà campionato un brutto infortunio subìto contro il Lecce frenò decisamente l'entusiasmo. Alla luce dello stop al campionato imposto dal Covid, seguito da qualche bagliore del vecchio Franck, si può dire che il vero Ribery a Firenze si è visto solo nella prima metà della stagione 2019/2020. Poco da dire sul suo secondo anno, molto deludente. Specie se commisurato con un ingaggio da 4 milioni annui.

Dopo FR7, è stato poi il turno di Caceres e Callejon. Entrambi arrivati a costo zero da grandi squadre (Lazio il primo e Napoli il secondo), hanno portato un discreto carico di esperienza in viola. Il difensore uruguaiano, tesserato nell’estate del 2019, è rimasto a Firenze per due anni fornendo discrete prestazioni ma mettendo in luce anche limiti dettati dall’età (un suo gol fu comunque importante per battere il Verona e avvicinare la Fiorentina alla salvezza). L'esterno spagnolo invece è approdato in a Firenze all'ultimo tuffo del mercato estivo del 2020 nel tentativo - goffo - di sostituire Chiesa ma anche nel suo caso l'età si è dimostrata un fattore determinante. Quanto a Borja Valero, il suo ritorno a Firenze ha avuto più il sapore di un meritato ritorno a casa prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. 

Menzione d'onore invece per Bonaventura, il vero affare - per costi e resa in campo - dell'era Commisso. L’ex Milan negli ultimi quattro campionati non ha mai fatto mancare qualità, esperienza e leadership e non è forse un caso che la Fiorentina in queste ore stia trattando il suo rinnovo di contratto. Il trequartista è stato un punto fermo della Viola di Iachini fin dal suo arrivo a Firenze e con Italiano lo è diventato ancor di più, dimostrando che nonostante la carta d'identità il piede non invecchia mai. Poco da dire infine su Yerry Mina, di cui si ricordano pochissime apparizioni impreziosite dal rigore (perfetto) trasformato contro il Bologna nei quarti di Coppa Italia, prima di andarsene - di fatto gratis - al Cagliari, dove in poco tempo è diventato un idolo.