ITALIANO: "DRAGO PUÒ TORNARE TITOLARE. ALLEGRI? NOI SIAMO TEMIBILI PER TUTTI. IL FUTURO..."
È tempo di Fiorentina-Atalanta. Il tecnico viola, Vincenzo Italiano, presenta la sfida in programma domani alle ore 12:30 allo stadio Franchi, valida per la ventiseiesima giornata di campionato. Di seguito le parole del mister. "L'Atalanta è una squadra forte fisicamente, temibilissima per la grande mentalità che ha da anni. Non ha timore di nessuno e cerca sempre di fare la partita. Dobbiamo essere bravi a ripetere la prestazione di Bergamo. In casa e fuori per l'Atalanta non cambia niente, affrontano ogni partita alla stessa maniera, dobbiamo resettare e cercare di fare qualcosa in più rispetto alle partite precedenti, in cui abbiamo vinto per un gol ma poteva accadere di tutto. Dovremo sudare".
L'Atalanta giocherà senza punti di riferimento.
"Boga, Malinovskyi, tanto per fare due esempi, giocano senza dare punti di riferimento. L'Atalanta è una grande squadre, come ho detto, soprattutto per come affronta le partite. Dobbiamo essere bravi e cercare di ripetere le altre due prestazione. Koopmeiners? È un centrocampista completo, di estrema qualità. Ha fatto vedere ottime cose in Italia, è un giocatore duttile e molto bravo".
Dragowski domani ha l'opportunità di rilanciarsi?
"Drago ha l'opportunità di tornare titolare, è un portiere di valore. Purtroppo alcune gerarchie a volte vengono cambiate, e magari non per una decisione dell'allenatore ma anche per degli infortuni. Capita".
L'Atalanta, che si è confermata come grande realtà e modello da seguire, rappresenta un esame importante?
"Fare prestazioni di livello con squadre come l'Atalanta significa che si stanno acquisendo certi valori. Mi auguro si possa dare continuità alle prestazioni, cercando di giocare bene in entrambe le fase e cercando di crescere. Ogni partita è un esame. Tre anni fa l'Atalanta non era quella di adesso, è un percorso difficile ma penso anche la Fiorentina possa crescere molto. C'è margine di miglioramento".
Allegri ha parlato di una Fiorentina ancora in corsa per la Champions.
"Mi ha fatto piacere, perché vuol dire che siamo temibili per tutti. Chiaro che un risultato pieno ci proietterebbe in una situazione migliore di adesso. Il lavoro che stiamo facendo è sotto gli occhi di tutti".
C'è la sua volontà di rimanere tanti anni?
"Qui si lavora bene, sapevo del grande amore e affetto che Firenze dà. Adesso che sono qui me ne sono accorto personalmente. C'era l'intenzione di creare un'identità forte, questa città ha bisogno di una squadra che dimostri forza e unione: penso che ci siamo riusciti, poi parlare di progetti nel calcio è sempre difficile. Penso si possa costruire qualcosa di importante. Stiamo iniziando a conoscerci meglio con la società, a capirci in maniera profonda e vedremo come si evolverà ma lavorare in una piazza come questa è una grande soddisfazione. Adoro l'attaccamento e la passione, capisco anche le critiche e ci spronano a dare il massimo. Mi piace da impazzire lavorare in questo clima".
Una delle sue parole d'ordine è "meritocrazia"?
"Tutti possono dare qualcosa dal momento in cui partono dall'inizio. Da quando alleno ho cercato sempre di evitare che qualcuno possa pensare di essere un titolare inamovibile e che possa sbagliare senza essere mai messo in discussione. Certo, qualcuno che merita di essere riproposto perché se lo guadagna lo si valuta, ma voglio che non ci sia mai appagamento o qualcuno che si rilassi. Perché gli errori fanno perdere le partite, questa è la mia gestione e qui sta dando grandi frutti. Sono anche contento che un ragazzo come Sottil sia rimasto sorpreso di avere una maglia da titolare: significa che prima della formazione ufficiale poteva avere qualche dubbio".
Come si può migliorare l'aspetto dei pochi gol da parte degli esterni?
"È un aspetto che abbiamo toccato in settimana. Le occasioni che creano i nostri esterni dobbiamo tramutarle in occasione da gol, abbiamo una percentuale di palle-gol altissima e, visto che reputo gli esterni d'attacco come attaccanti, devono essere più presenti in zona gol. È una questione di crescita individuale. Ci mancano i gol degli esterni, se li aggiungiamo possiamo crescere anche da questo punto di vista".
L'ha fatta più arrabbiare l'errore sull'occasione di Colley per lo Spezia o è più felice per la reazione dei suoi?
"Ho temuto un'altra Empoli. La squadra aveva concesso davvero poco, stava facendo una grandissima partita. Mi è piaciuto che dopo l'1-1 non abbiamo smesso di giocare, poi Colley ci ha graziato. Mi ha però riempito di soddisfazione la reazione di Amrabat, non ha mollato nonostante potesse essere una mazzata per lui".
Cosa ha provato nel sentire l'abbraccio dei tifosi viola dopo i cori dei tifosi spezzini?
"Quando scendo in campo dimentico tutti i problemi e tante situazioni per i 95' della partita non le considero neanche. Mi ha fatto piacere la vicinanza dei tifosi viola che ringrazio, mi è dispiaciuto tutto quello che è accaduto. Ma non vado nei dettagli, anche se ripeto che mi dispiace perché i due anni a La Spezia sono stati indimenticabili in quanto sono arrivati risultati sportivi ma sono stato bene anche personalmente".
È contento di Piatek? E se c'è da battere un altro rigore, chi va?
"Sono contento di lui, è un professionista esemplare che pensa prima al bene della squadra e poi al suo obiettivo personale seppure sia un attaccante. Anche lui sa che in determinate situazioni in campo deve muoversi in maniera diversa rispetto a come era abituato, ma mi sta piacendo. E pure Cabral, quando è sceso in campo nei minuti finali. Si vede che entrambi hanno voglia di entrare subito a far parte nei meccanismi della squadra. Sono convinto che anche Cabral ci aiuterà coi gol. Sui rigori rimane la regola che chi se la sente batte. Chi sbaglia potrebbe lasciare il posto a qualche altro compagno, ma non voglio stravolgere nulla, può capitare di sbagliarne. Voglio solo evitare scenate".
Come procede il percorso di ambientamento di Ikoné?
"È giovanissimo e ha le doti del grandissimo calciatore. Ma, ripeto, è arrivato in un reparto in cui gli altri suoi compagni sanno lavorare in maniera egregia, oltre a conoscersi da più tempo. Lui cresce di settimana in settimana, dice di capire meglio l'italiano e stiamo facendo dei grandi passi in avanti. Dico che non c'è fretta, è un investimento della società e mostrerà il proprio valore. In allenamento fa vedere delle giocate straordinarie e pian piano farà vedere il proprio valore".
Cosa manca a Maleh per diventare un titolare?
"Mancano esperienza, partite, campionati. È un ragazzo di estrema qualità, che si allena con concentrazione e se devo fare un appunto può diventare anche lui molto più decisivo, ma quando avrà più presenze diventerà un giocatore importante. Ma è già maturato in maniera esponenziale, sta cominciando a capire che bisogna essere veloci ad apprendere quando si è in Serie A".