PRIME RISPOSTE: I TRE 'PROMOSSI' DALLA PRIMA SETTIMANA CON PALLADINO
Com'è che cominciava il detto popolano? In tempo di guerra.... e via dicendo, a esaltare l'arte dell'arrangiarsi. Un'arte che sta imparando ad apprezzare anche Raffaele Palladino, che in questa prima settimana di lavoro al Viola Park sta cercando di far di necessità virtù (o l'omlette con le uova che capitano). A giudicare dalle prime sgambate e dal test amichevole di ieri, Palladino sta comunque riuscendo a tenere sull'attenti una rosa ampiamente disfunzionale. E nel laboratorio di Bagno a Ripoli, dopo sette giorni di sedute doppie ad alta intensità, sono almeno tre i calciatori che stanno stupendo, soprattutto dal punto di vista fisico.
RE KAYO - Michael Kayode, Alessandro Bianco, Riccardo Sottil. Per utilizzare un linguaggio da Pes, sono loro per adesso quelli con la 'freccietta all'insù': calciatori dai fisici e i ruoli diversi, accomunati da un passato più o meno remoto nelle giovanili viola. Tre pianticelle dell'orto locale che, dopo traiettorie differenti, sono ad oggi - anche per scarse alternative - tre certezze della Fiorentina che verrà. Di Kayode ha entusiasmato soprattutto la scioltezza nelle progressioni con o senza palla, una gamba già settata in modalità campionato frutto soprattutto del lavoro francescano fatto a fine luglio, da solo, dopo essere rientrato prima dalle vacanze. E Palladino ha annotato con piacere anche la 'chimica' con Dodo, non soltanto fuori dal campo, dove ormai sono inseparabili, ma anche nel primo tempo dell'amichevole con la Primavera, quando il classe 2004 ha giocato dalla parte del brasiliano come centrale destro nella difesa a tre - esperimento riproponibile soprattutto in caso di mancate entrate dietro-.
IL PLAY - Anche Bianco è stato esaltato per sottrazione, ovvero sempre per il famoso adagio dei tempi di guerra: unico centrocampista centrale a disposizione al di là dei Primavera, di Mandragora e dell'altro rientrante dal prestito Amatucci, il classe 2002 ha comunque bucato subito lo schermo. Palladino lo ha preso spesso sotto braccio al termine degli allenamenti e ha escogitato esercitazioni ad hoc per esaltarne le qualità in fase di prima costruzione. Lui ne è uscito bene e a dodici mesi dalla separazione, l'impressione è che per una volta il prestito in B alla Reggiana lo abbia forgiato, soprattutto fisicamente. Ad oggi, è lui il titolare accanto a Mandragora.
IL NUOVO RICKY - E poi c'è Riccardo Sottil: un'estate iniziata in salita per via dell'infortunio alla clavicola che lo ha cancellato dalla coda della stagione, poi, prima che le voci di mercato lo brandissero al termine dell'ennesima annata da 'vorrei ma non posso', la fiducia di Palladino a stoppare una possibile uscita. L'imprinting col mondo viola dell'ex Monza è stato proprio con lui: a inizio giugno, uno per firmare il contratto, l'altro per la riabilitazione per la spalla, erano gli unici al Viola Park. Si son parlati, annusati e subito piaciuti. E da lì in Sottil sembra essere scattato il click di un pulsante rimasto inceppato ormai da anni, che nessun allenatore era riuscito ad azionare. Il passato però rimane e Sottil è chiamato alla prova del campo: il primo parziale l'ha superato bene, aprendo lo score della stagione viola con la prima rete dell'era Palladino. Giudizio in sospeso, ma almeno a livello fisico e mentale, Ricky sembra esserci.