SETTE MOTIVI PER SOGNARE IN GRANDE

25.11.2024 00:00 di  Pietro Lazzerini   vedi letture
SETTE MOTIVI PER SOGNARE IN GRANDE
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Dopo la ripresa del campionato e con la vittoria sul Como al Sinigaglia, la Fiorentina resta seconda in classifica. E con grande merito. A questo punto è difficile non farsi prendere dall'entusiasmo, perché l'ennesima sfida che alla vigilia aveva il sapore di trappola, è stata brillantemente superata dalla squadra di Palladino. Un 2-0 che non lascia spazio a dubbi, al momento i viola sono una delle squadre più in forma del campionato e anche l'Inter, prossimo avversario casalingo, non verrà a cuor leggero a giocarsi la vetta al Franchi. Ma quali sono i motivi per cui i tifosi gigliati possono tornare finalmente a sognare in grande? Ne abbiamo contati sette su tutti quelli possibili, poi per l'obiettivo lasciamo spazio alle ambizioni e alla fantasia dei singoli lettori.

1) Sette vittorie di fila - Una serie di risultati così la Fiorentina non la raggiungeva dal 1960 e un motivo ci dovrà pur essere. Quella squadra era infarcita di campioni come Sarti, Montuori e ovviamente Hamrin e alla fine della stagione raggiunse il secondo posto alle spalle della Juventus conquistando l'accesso alla Coppa delle Coppe. Questo chiaramente significa che non è una cosa da tutti i giorni mettere insieme una simile serie di vittorie, arrivate, tra l'altro, in ogni modo e contro diversi tipi di avversari. Dalle big alle neo promosse, senza scomporsi. Quasi con naturalezza. 

2) La mentalità - Uno dei motivi per cui la Fiorentina sta ottenendo questi successi è il cambio di mentalità dell'intera rosa, della società e dell'ambiente in generale. I giocatori arrivati in estate si sono portati dietro dalle precedenti esperienze, la mentalità di chi vuole vincere sempre. Di chi sa che bisogna anche soffrire per ottenere una vittoria. E questo ha contagiato anche tanti degli attori che erano già protagonisti a Firenze negli scorsi anni. Tutto è nato dall'idea del club, è giusto ricordare anche questo e dare i meriti a chi ce l'ha. Il management, senza dubbio in linea con le richieste del presidente Commisso, ha voltato subito pagina dopo l'addio di Italiano. Ha puntato forte su un allenatore con le idee chiare ma in evoluzione e ha rivoluzionato la rosa anche contro a più di una critica. Questo scatto in avanti, racchiuso nella parola ambizione, ha contagiato tutti e ora è parte dell'entusiasmo che si percepisce intorno alla Viola. 

3) La gestione Palladino - Citata poco sopra, va dato ampio merito ad un allenatore che ha saputo portare le sue idee evolvendole in base alle qualità dei giocatori a disposizione. In estate si è fatto sentire col club per ottenere i giocatori che voleva, senza esagerare nelle polemiche perché sapeva che lo stesso club lo avrebbe seguito volentieri. Ha scelto alcuni giocatori che ora sono cardine del suo progetto, ma allo stesso tempo si è messo a disposizione di tutti cambiando in corsa ciò che non stava portando risultati. Se la sua crescita proseguirà con questa velocità, anche qualche illustre paragone sarà spiegato senza timore di sembrare esagerati. 

4) De Gea - Inutile far finta di niente, a Firenze questa estate è arrivato un Principe della porta. Uno di quei giocatori ai quali ci si affeziona subito anche perché il modo di porsi è straordinariamente umile nonostante prestazioni da campione. Fin da subito, dal preliminare di Conference, si è capito che lo spagnolo era arrivato in viola per prendersi le chiavi dei pali ed ora, il suo ritorno a scoppio ritardato sulle scene del calcio che conta, è una storia che tutti vogliono raccontare. Con un portiere così, tutto sembra più facile, e forse lo è davvero. 

5) Kean - Se De Gea è un principe, lui è un re, o come direbbe lui in una delle sue canzoni trap, un King. Lo è per come si è imposto contro tutto e tutti fin dalla scorsa estate. Scelto da Pradè insieme a Palladino, anche sull'onda emotiva di una scelta che nel gennaio scorso era già stata anche di Barone. Un attaccante che sa fare tutto e che è letteralmente in stato di grazia. È arrivato a Firenze per dimostrare a tutti che non era un semplice talento incompiuto ma un vero e proprio campione. Un bad boy che in tanti accostavano (a casaccio) a Balotelli e alla sua storia turbolenta. Si è messo alle spalle tutti i chiacchiericci e si è preso la scena. Proprio come un King. O un trapper, se preferite il genere. 

6) I margini di crescita e il ritorno di Gudmundsson - La sensazione che dà questa squadra è che nonostante questi risultati a dir poco impensabili solo pochi mesi fa, è che abbia ancora molti margini di crescita in tutti i reparti. Col ritorno di Pongracic è stato riacquistato il difensore più caro della storia del club. Oltre a lui, a breve si rivedrà anche Gudmundsson, che della storia potrebbe diventare addirittura il giocatore più pagato in assoluto. Si è già intravisto il suo valore contro Lazio e Milan, ma ancora la Fiorentina non lo ha avuto al 100% e considerando che l'anno scorso è stato tra i migliori dell'intero campionato, è lecito sognarlo nelle vesti di trascinatore con la maglia numero 10 sulle spalle. Poi c'è il mercato che potrebbe dare un'altra spintina in tal senso, ma questa è un'altra storia. 

7) I valori del campionato - La Serie A di quest'anno ancora non ha padroni. Ha un Napoli che sta dimostrando grande continuità senza le coppe a intralciarne il percorso, ma non sembra imbattile. L'Inter è fortissima, ma patisce più degli anni passati. L'Atalanta è la scheggia impazzita che fa paura a tutti, ma è pure sempre l'Atalanta. Juve e Milan non convincono a pieno. La Lazio fa lo stesso campionato della Fiorentina, mentre la Roma è attualmente dietro ai viola di ben 15 punti. Poi c'è il Bologna che però deve confermarsi e non sarà facile visti anche gli impegni di Champions. Insomma, se c'è un anno per sognare in grande, questo pare essere quello giusto

"Lasciami sognare in pace" cantava qualche anno fa Samuele Bersani. Ecco, ora è il momento per farlo, i motivi ci sono e alcuni li abbiamo anche raccontati. Giusto il tempo del risveglio però, poi c'è da tornare in campo. Incombe la Conference e altre otto partite di varie competizioni che ci separano dal nuovo anno, tutte da godersi come raramente è accaduto negli ultimi anni.