UN ANNO DOPO: GOSENS, LA NAZIONALE E IL NUOVO CAPITOLO CON LA FIORENTINA
Esattamente un anno dopo, 360 giorni per essere pignoli, da quel Messico-Germania, amichevole che si giocò a Filadelfia durante le qualificazioni per Euro 2024, alle quali la nazionale tedesca non partecipò poiché ospitante, Robin Gosens è tornato a vestire la "Nationalmannschaft-Trikot" o, per chi non mastica il tedesco, la casacca della Germania. Ma cosa ha spinto Julian Nagelsmann a puntare nuovamente sul giocatore per il proprio gruppo, tanto da farlo scendere in campo contro la Bosnia nel match di Nations League vinto per 2-1?
La rinascita viola - Che Robin Gosens avesse bisogno dell’Italia e viceversa è un tema che non va tenuto in disparte. Il giocatore, nato a Emmerich am Rhein, come ha affermato il suo procuratore, appena si è presentata l’offerta concreta della Fiorentina, non ci ha pensato due volte ed ha accettato, nonostante la sera stessa avrebbe dovuto giocare con la sua ormai ex squadra, l’Union Berlino. Dinamiche da ultimo giorno di mercato, sì, ma Robin ha sempre mostrato un certo feeling con l’Italia e la nazionale tedesca se l’è guadagnata soprattutto grazie alle prestazioni in maglia Atalanta e Inter.
A Firenze ha trovato una nuova giovinezza. In riva all’Arno, infatti, si è visto sia il vecchio Gosens che tutti conoscevamo, quello capace di proporsi in attacco e segnare: suo il gol all’esordio che salva la Viola in casa contro il Monza, sue le scorribande a Bergamo contro l’Atalanta, dove ha servito anche un assist per Kean, ma sue anche le perfette partite giocate come terzino basso, dove ha sacrificato maggiormente la spinta, curandosi maggiormente della fase difensiva, prendendo il posto in pianta stabile di Cristiano Biraghi, cosa che in una stagione piena non era mai riuscita a Fabiano Parisi.