Gosens a 360°: "Amo Firenze e la sua cultura. Sartori mi fece una chiamata strana"

Gosens a 360°: "Amo Firenze e la sua cultura. Sartori mi fece una chiamata strana"FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 16:13Primo Piano
di Redazione FV

Protagonista di uno speciale della Lega Serie A direttamente dal Museo Stibbert a Firenze, il calciatore della Fiorentina Robin Gosens ha raccontato l'emozione di vivere in una città con così tanta cultura: "Se non fossi diventato calciatore probabilmente sarei diventato poliziotto come mio nonno. Ho sempre desiderato farlo. Penso che un calciatore possa essere un buon calciatore solo investendo il proprio tempo, proprio come il vino: ci vuole pazienza. Il calcio per me è passione, e alla fine ciò che mi dà più piacere nella vita insieme alla mia famiglia. Da bambino nel provino con il Borussia Dortmund ho fallito e ho pensato che fosse l'occasione più grande della mia vita ma non ero ancora pronto. Ho fatto i miei primi passi tra Germania e Olanda e ho firmato il primo contratto da professionista con il Vitesse. Ho avuto due colpi di fortuna nella mia carriera: essere diventato un professionista ed essermi goduto la mia gioventù. Ho potuto dire "non vado lì" e così commettere i miei errori. Sono sempre potuto stare con la mia famiglia.

Quando ero nei Paesi Bassi, un giorno ho ricevuto una chiamata piuttosto strana da Gasperini e da Sartori: "Robin, ti voglio assolutamente qui, sarebbe bellissimo". Ma parlava italiano e io no (ride, ndr). Avevo un direttore sportivo al telefono e non capivo cosa volesse quindi all'inizio ho chiuso la chiamata e respinto la possibilità di venire in Italia senza volerlo. Il mio inizio era caratterizzato da alti e bassi anche per l'ostacolo della lingua. Cercavo di fare quello che mi chiedevano ma non capivo esattamente cosa. Poi sono diventato titolare e ho imparato la lingua che alla fine mi ha permesso di essere qui".
Poi si sofferma su Firenze: "Credo che cultura sia la parola giusta per Firenze, è come un museo a cielo aperto. Qui è come un museo a cielo aperto, sembra che ogni luogo ricordi quanto sia straordinaria l'Italia". 

Dopo aver celebrato Frederick Stibbert e la sua casa-museo, Gosens aggiunge: "Ciò che apprezzo molto della mia vita e di questa città è la possibilità di conoscere questa cultura, queste persone, questo modo di vivere. Vedo un'analogia con il calcio e con questi guerrieri perché mi sento così, parte di una squadra. Firenze è sicuramente una delle capitali della cultura e dell'architettura, ma anche la cucina è fantastica. Qui è tutto buono, dal pane senza sale alla bistecca passando per il Chianti".

Infine conclude: "L'Atalanta mi ha fatto crescere quando ero un giocatore sconosciuto e mi ha permesso di andare all'Inter, dove ho vissuto una mentalità incredibile. Mi ha insegnato come affrontare gli alti e bassi, per questo vorrei seguire la carriera psicologica quando smetterò, per aiutare chi soffre di disturbi d'ansia o di depressione. Credo che sia una forza avere il coraggio di parlare. L'anno scorso ho vissuto una crisi mentale, le cose non andavano bene in Germania e ho lavorato tanto con la mia psicologa perché dobbiamo capire come funzionano le emozioni".