RICHARDSON, Una crescita lenta ma costante
La Serie A, si sa, è un campionato che non fa sconti a nessuno. Tra i tanti volti nuovi arrivati quest’anno, in molti stanno arrancando nel capire i meccanismi del calcio italiano. Basti pensare a giocatori come Douglas Luiz, Dallinga, Pavlovic o Neres, tanto per fare qualche nome. Tutti talenti interessanti, ma ancora distanti dal trovare la chiave giusta per imporsi. Squadre ambiziose, come la Fiorentina, in corsa per un piazzamento in Champions League, ne sanno qualcosa: l’adattamento ai ritmi e alle tattiche della Serie A non è mai immediato.
Daniele Pradè, architetto del mercato viola, l’aveva messo in conto. Per questo, in estate, ha puntato forte su un mix di esperienza e conoscenza del campionato, evitando di rivoluzionare troppo. Tra tutti i volti nuovi, poco più di una decina, solo tre non avevano mai messo piede in Serie A: De Gea, Moreno e Richardson. Tra questi, il portiere spagnolo, forte del suo bagaglio internazionale e di un ruolo meno legato alle dinamiche tattiche, si è ambientato senza problemi. Al contrario, Moreno, il centrale argentino sbarcato l’ultimo giorno di mercato, sta ancora cercando spazio: per lui zero minuti in campionato e qualche apparizione in Conference League.
E poi c’è Richardson. Il centrocampista marocchino, classe ’02, è stato fin da subito un’incognita intrigante. Aveva iniziato con il piede giusto, giocando titolare contro il Venezia e ripetendosi nello spareggio europeo contro il Puskas Akademia. Ma l’arrivo di profili come Cataldi, Bove e Adli lo ha fatto scivolare nelle retrovie: in una Fiorentina che non decollava, c’era bisogno di esperienza immediata, e Richardson è sembrato ancora un po’ acerbo per reggere certi ritmi.
Lui, però, non si è arreso. Dopo un infortunio con la nazionale smaltito in tempi record, Richardson ha risalito la china. Oggi è diventato tra le prime opzioni di Palladino a centrocampo a partita in corso, un’arma preziosa per blindare i risultati. Merito delle sue caratteristiche fisiche: robusto, dinamico e capace di fare legna, qualità che lo rendono unico nel panorama della mediana viola.
Con il centrocampo della Fiorentina in sofferenza dopo gli impegni contro Bologna e Udinese e due big match alle porte, il marocchino potrebbe rivelarsi fondamentale. In una squadra che fatica a trovare centimetri e muscoli nelle battaglie aeree, Richardson ha già dimostrato di poter fare la differenza, come il gol di testa contro il LASK. La sensazione è che questo rinforzo stia arrivando a capire i meccanismi della Serie A al momento giusto. Non sarà ancora un titolare inamovibile, ma con questa crescita costante può diventare una pedina importante per Palladino. Per la Fiorentina, che ha bisogno di alternative solide, Richardson è pronto a mettersi sulle spalle una parte del peso di questo sogno chiamato Champions League.