Viola e butei per sempre fradei: la vera storia del gemellaggio tra Verona e Fiorentina

Viola e butei per sempre fradei: la vera storia del gemellaggio tra Verona e FiorentinaFirenzeViola.it
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Ieri alle 11:31Primo Piano
di Alessandro Di Nardo

Marzo 1975. Charlie Chaplin viene nominato baronetto dalla regina Elisabetta d'Inghilterra. In Italia esce il primo film di Fantozzi e a Sanremo Mike Bongiorno incorona Rosangela Scalabrino come vincitrice del venticinquesimo festival della canzone italiana. Una vita fa, 50 anni fa. In quei giorni succedeva anche altro, la scorbutica Fiorentina di Nereo Rocca vince di misura a Vicenza, 1-0 gol di Mimmo Caso. Una domenica uggiosa in cui però, in qualche modo si fa la storia. Sì perché allo stadio Menti si stipula un patto che cambierà il tifo di due realtà che sembravano agli antipodi. Fiorentini e veronesi si ritrovano nella rivalità col Vicenza e si stringono la mano, non lasciandosela più per mezzo secolo. "Ci siamo piaciuti a vicenda (e a Vicenza, ndr). Fu un incontro piuttosto casuale. Lì al Menti c'erano dei tifosi del Verona, anche loro non potevano vedere il Vicenza ai tempi e quindi ci trovammo per questa cosa in comune". A parlare è Marzio Brazzini, storico tifoso viola e membro di spicco dei vecchi ultras 1973. 

E' il 30 marzo 1975 e a Vicenza viene sancito un accordo inusuale, perché le tifoserie di Hellas Verona e Fiorentina, soprattutto allora, hanno connotazioni politiche opposte. Un feudo spesso associato alla destra (anche a quella estrema) contro una realtà da sempre più vicina alla sinistra. Un matrimonio che sembrava partire male, ma in cui fu subito chiara una specifica: "Ci siamo detti che la politica non avrebbe mai avuto a che fare con questo patto. Certo, ci furono dei problemi all'inizio e anche tanti dubbi per questo, anche perché chi spingeva per il gemellaggio erano alcuni quelli che erano più vicini a livello ideologico agli ultras veronesi e questo a molti non andava bene. Politicamente eravamo divisi, allora più di oggi perché il 1968 era finito da pochi anni e in testa di molti di noi c'erano ancora le lotte studentesche. Ma il Pompa, che la politica non voleva mai metterla nel mezzo, decise di continuare. E quello che diceva il Pompa ai tempi era legge".

La figura che unisce questi due mondi è Stefano Biagini, in arte il Pompa, personaggio leggendario di cui si tramandano, storie, alcune anche fittizie, come ci spiega Marzio: "Ho letto dappertutto che l'inizio del gemellaggio tra Verona e Fiorentina risale a una partita del '76, quando il Pompa sarebbe entrato nella curva avversaria col motorino, guadagnandosi il rispetto dei rivali. Ecco vi posso dire che non è vero, è una leggenda metropolitana. Risale tutto al 1975, un anno prima, e a quel Vicenza-Fiorentina". 

Fino ai giorni d'oggi, con numerose testimonianze di affetto e vicinanza, gialloblù e viola si sono sempre mischiati, oltre i colori (anche politici come abbiam visto). Fiorentina e Verona sono la testimonianza di come il calcio possa aggregare e superare barriere, ideologiche più che di tifo. "Prima del 1975 la trasferta a Verona era molto pericolosa, ero un ragazzino ma tanti mi parlavano di scontri continui da quelle parti. Poi è arrivata quella domenica di Vicenza, ci siam piaciuti e non ci siamo più mollati, spalleggiandoci nei momenti più difficili. Siamo stati tante volte nella loro curva a supportarli, cosa che hanno fatto anche loro con noi. C'è sempre stato un rapporto molto bello, che ora dura da mezzo secolo. Il calcio e la nostra passione ha sempre prevalso su altri sentimenti. Mi ricordo che quando nel '91 le Brigate Gialloblù si sciolsero in Fiesole facemmo una coreografia coi loro colori per salutare quello storico gruppo". E da allora quindi, e per ancora tanti anni, Viola e butei, per sempre fradei.