Walter Sabatini: "La Fiorentina deve rilegittimare Palladino. Pradè si presenti con lui in conferenza"
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Walter Sabatini, storico dirigente del calcio italiano, tra i più importanti direttori sportivi degli ultimi anni, intervenuto nel corso di "Palla al Centro" su Radio FirenzeViola, ha parlato così della situazione che sta attraversando la Fiorentina, affrontando anche i dubbi sul futuro di Palladino e sui ruoli all'interno della rosa di alcuni giocatori della rosa:
Cosa pensa della stagione della Fiorentina?
"A me pare che la Fiorentina e in particolar modo Pradè abbiano fatto un lavoro encomiabile in queste ultime due sessioni di mercato. Hanno deciso di lanciare Kean, hanno riscoperto un grande centravanti e questa non può che essere una nota di merito per uno come Pradè che ha fatto questa scelta. Guardate quanto è difficile trovare un attaccante prolifico, quando lo cerchi ti chiedono 50 milioni di euro e non è detto che sia importante come lo è stato Kean per la Fiorentina in questi mesi. Anche il rendimento della Fiorentina fino a pochissimo tempo fa è un valore. Le cose sono state fatte, poi il calcio è fatto di rovesci e di situazioni meno fortunati, però non si può dire che la Fiorentina non ha fatto un buon lavoro. Stesso discorso vale per l'allenatore. Adesso è un momento di ripiegamento, nel senso che la squadra ha perso un po' di incisività e subisce un po' troppo ma sono cose correggibili col lavoro quotidiano. Dico che la Fiorentina è tra i club che hanno lavorato meglio in questa stagione".
Come si aiuta Palladino in un momento delicato come questo?
"Intanto si deve aiutare da solo perché il calcio è una cosa sempre migliorabile da parte di tutti, in particolare da parte dell'allenatore. Quando la Fiorentina ha giocato bene e ha vinto significa che il lavoro ha funzionato. Io darei fiducia a Palladino perché è giovane, sarà in grado di non ripetere gli stessi errori. La storia che un allenatore debba saltare quando i risultati non vengono l'ho sempre detestata e continuo a detestarla. Ogni volta che da direttore sportivo mi sono trovato in queste condizioni, mi sono opposto. Alcune volte sono stato costretto a farlo e l'ho reputata una sconfitta enorme per il direttore sportivo. Soprattutto se penso alla situazione di Palladino, che è un allenatore giovane. Lo volevano tutti in estate. Qual è il segnale che ti porta a pensare all'esonero? Quando una squadra non reagisce è il segnale negativo che ti spinge a prendere una decisione estrema. Non mi pare però il caso della Fiorentina in questo momento".
Come mai la Fiorentina è così schizofrenica nei risultati?
"È una cosa che nel calcio succede. È una materia inesplicabile, non si può spiegare tutto fino in fondo. Ancora oggi che sono diventato molto adulto, faccio fatica a inquadrare un problema nel calcio. La Fiorentina è un caso a parte perché ha saputo entusiasmare i propri tifosi con i risultati e poi improvvisamente ha iniziato a balbettare la domenica. Io credo che sia un problema transitorio. A questo punto la società dovrebbe testimoniare la fiducia nel proprio allenatore in maniera chiara. La presenza di Pradè in conferenza stampa sarebbe un segnale forte. Devono garantire la presenza e la fiducia perché si riverbera immediatamente nell'ambiente ma anche sulla squadra. I giocatori perdono un po' la cognizione quando non arrivano i risultati. Se il calciatore vede il proprio allenatore scortato dalle cariche più alte della società i calciatori si rinfrancano. È il momento della società, deve essere lì presente a difenderlo e proteggerlo. Ammesso che debba essere difeso. Il fatto che lui sia sempre presente a dare spiegazioni alla stampa, è un fatto che depone in favore del coraggio dell'allenatore".
Come si spiega il rendimento stagionale di Gudmundsson?
"Gudmundsson sono sbalordito del suo non rendimento. L'anno scorso guardavo il Genoa per seguire Gudmundsson. Aveva soluzioni straordinarie a qualsiasi problema. Ho pensato che avesse davanti una carriera sfolgorante ma a Firenze non ha dato mai segnali e sono stupito. non penso che concluderà così la sua carriera a Firenze. Questa è una copia sbiadita, prima o poi vedremo il Gudmundsson reale. È legittimo farsi qualche domanda e fare qualche valutazione. Lui mi divertiva quando giocava, gratificava anche il mio senso del bello".
Cosa pensa di Zaniolo?
"Zaniolo è un interrogativo costante. Quando lo vedi pensi che possa epslodere da un minuto all'altro perché avrebbe tutte le qualità per farlo. Ma è un ragazzo che non riesce a trovare se stesso all'interno di un campo da calcio. Non riesce a stare dentro alla partita. E' un problema suo, lo deve risolvere. Non deve essere inghiottito dal campo. Deve maramaldeggiare in campo. E' un problema di testa. La psiche incide più di quanto qualcuno pensi. Lui deve uscirne da solo. Il giudizio tecnico è univoco, è un ottimo calciatore, ma deve essere presente sempre dal primo all'ultimo minuto.
Qual è il miglior ruolo in campo per Fagioli?
"È un ragazzo che trova anche una buona capacità balistica e trova la porta con facilità. Io lo vedo sulla linea dei tre al centro in un 4-2-3-1. Viene spontaneo un pensiero del genere anche se non lo vedo allenarsi. Lui deve giocare lì. Non penso che sia un regista anche se ha giocate da regista. Fare il regista significa essere come Freuler, essere sempre presente in mezzo al campo, caratteristiche che Fagioli non ha. La partita non è fatta solo da sensibilità col pallone, lui è un trequartista in questo senso.
In sintesi è la società che deve aiutare Palladino?
"Ancora oggi mi voglio divertire quando guardo una partita e la Fiorentina mi ha divertito per tanto tempo in questa stagione. Ora è il momento della società che deve rilegittimare un allenatore che a giugno non doveva essere legittimato perché lo volevano tutti. Anche il Milan. È stata brava la Fiorentina a prenderlo ed è la società che deve dare nuovo credito al suo lavoro. In un momento dove ci sono interrogativi nell'aria, la società deve avere per lui una risposta ancor prima che venga posta la domanda".
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