BOVE, Ieri accompagnatore. Il Franchi si è commosso
A margine della sconfitta della Fiorentina, per 1-2 in casa contro l'Udinese, il Franchi e tutto il mondo viola hanno comunque avuto modo di riabbracciare Edoardo Bove, che tornava allo stadio per la prima volta da quel maledetto Fiorentina-Inter in cui patì il malore in campo. L'impressione, scrive oggi il Corriere dello Sport-Stadio, è che per rivederlo di nuovo su un campo da calcio - stavolta coi tacchetti ai piedi - dovremo quantomeno attendere un bel po'. Intanto però, nella gelida serata fiorentina il numero quattro ha riabbracciato la gente che in queste tre settimane gli è stata accanto in tutti i modi possibili.
Ed è stato vicino alla squadra, partecipando a tutto il rituale pre-partita, dall'ispezione del campo, durante la quale ha scherzato con Kayode e Cataldi, al discorso negli spogliatoi. Ha rivestito il ruolo di un componente dello staff e, grazie alla deroga concessa dalla Figc, ha seguito la gara dalla panchina aggiuntiva, a pochi passi da Raffaele Palladino. In una nuova veste, quella del collaboratore, del tramite tra allenatore e giocatori, un ruolo che potrebbe continuare a fare nel corso dei prossimi mesi. All'ingresso in campo delle squadre, gli occhi di tifosi e fotografi erano tutti per lui: è sbucato per ultimo dal tunnel e l'inno della Serie A è stato sovrastato dagli applausi tutti per lui. Cori e uno striscione, 'Forza Edo', ad accoglierlo. La ghiacciaia del Franchi si è sciolta poi al 29', quando i maxischermi lo hanno inquadrato e i ventimila presenti gli hanno riservato un altro applauso. Il ventiduenne romano ha mantenuto un profilo basso, come fatto in questi giorni cercando di defilarsi per quanto possibile dai riflettori. Lascia spazio al campo, dove la sua Fiorentina affonda alla distanza. Poi si va a prendere altri applausi, e gli auguri di Natale, dalla Ferrovia. Appuntamento al 2025, un anno in cui Bove vuol provare a tornare protagonista, e non spettatore.