Nuovi, ora tocca a voi: "Folo" si salva, ma da Zaniolo e Fagioli è lecito attendersi una svolta
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Mai come stavolta serve che i nuovi diano il loro contributo. Che dimostrino come l'investimento fatto dalla Fiorentina su di loro in inverno (in prestito o a titolo definitivo che sia) non è stato vano. Il riferimento, in particolare, va a Zaniolo, Fagioli e Folorunsho, che al pari di Marì sono stati protagonisti (nonché responsabili) dell'ultimo ciclo di gare perse dalla Fiorentina, se pur con minutaggi e ruoli diversi in campo. Non si tratta - sia chiaro - di uno "j'accuse" o di un processo alle intenzioni: è doveroso concedere ai calciatori che sono arrivati nel corso della finestra invernale di adattarsi e di recepire i concetti tattici di Palladino (per quanto, specie ultimamente, spesso difficili da comprendere anche da chi era già presente in rosa ad agosto) eppure è ovvio che una svolta dovrà presto arrivare se la Fiorentina vuol tornare a correre in classifica e conta di tenere vivo il più possibile il sogno di vincere la Conference.
L'ultimo a mollare
Rispetto agli ultimi tre innesti portati a termine solo al tramonto del mercato di gennaio, un discorso a parte lo merita chiaramente Michael Folorunsho, arrivato di fatto a inizio anno nuovo e già apparso un elemento di cui difficilmente la Viola può fare a meno: che debba svolgere il ruolo "alla Bove" di esterno sinistro oppure ripiegare a fare l'interno di centrocampo, l'ex Napoli si è sempre dimostrato all'altezza della situazione. Perfino a Verona, dove la Fiorentina dopo un primo tempo sufficiente ha smarrito la bussola nel corso della ripresa, il classe '98 è stato l'ultimo a mollare (e non è un caso, forse, che il crollo definitivo della squadra sia avvenuto quando poi è uscito dal campo per una botta ricevuta).
Poca qualità
Poche scusanti, invece, per quello che fin qui è stato il contributo degli altri tre innesti di gennaio (se non, appunto, il poco tempo avuto a disposizione per integrarsi nel gruppo, anche se 20 giorni non sono poi pochissimi): Zaniolo, testato sia da prima punta che da esterno destro, ha portato "garra" ma - fin qui - pochi reali spunti di qualità (appena 5 tiri in 167' giocati, senza mai realmente impensierire le difese avversarie), Fagioli, provato da trequartista e poi da mezzala, sembra il giocatore fisicamente più indietro di tutti nonché quello più spaesato dal nuovo contesto tattico nel quale si sta misurando (in 148', al netto dei 125 palloni giocati, non ha mai tirato in porta o creato occasioni pericolose, sprecando tutti i cross che ha avuto a Verona) mentre meglio dimenticare quello che è stato l'impatto col mondo viola di Marì al Bentegodi (ha sulla coscienza la rete al 95' di Bernede).
Ingranare la marcia
Ovvio che la svolta debba arrivare quanto prima, possibilmente a partire dalla gara di venerdì contro il Lecce, l'ultima (sulla carta) abbordabile prima del ciclo di ferro con Napoli, Juventus, Atalanta e Milan e le gare da dentro o fuori in Conference. Con Kean ai box per qualche giorno, Gudmundsson e Cataldi fermi ancora per un po' e Adli in ripresa, adesso serve che i nuovi ingranino la marcia.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
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