Palladino-Riera, il dissing tra campo e microfono continua: le parole dello spagnolo come benzina per la Fiorentina

A parlar dopo siam tutti bravi si dice, mentre parlar prima è difficile. E farlo "nel mezzo"? Chiedere ad Albert Riera, stilosissimo tecnico del Celje, 43 anni da compiere, il più giovane allenatore rimasto in corsa in Europa dopo - per l'appunto - Raffaele Palladino. Il maiorchino ha acceso - chissà se volontariamente o no - una vigilia di ritorno che per il resto sembrava scorrer via senza grossi sussulti. "Consiglio alla Fiorentina di preparare molto bene la seconda partita", un invito (o minaccia?) che non è piaciuto molto dalle parti del Viola Park. Parole pronunciate nell'immediato post-partita di Celje-Fiorentina, subito dopo la sconfitta per 2-1 patita dagli sloveni, in una gara in cui - a quanto pare - i padroni di casa hanno percepito un atteggiamento snob nei loro confronti da parte dei viola.
C'è da dire che Albert Riera, ottima carriera da calciatore, tra Liverpool, Espanyol e tante altre, compreso un cameo a Udine concluso con cacciata fragorosa dopo la fuga (guarda un po') in Slovenia per partecipare a un torneo di poker, pur essendo molto simile come "categoria dell'animo" alla scuola di entrenador guardioliani, quelli col cappotto lungo, il volto da soap-opera latina e l'overthinking facile (come Arteta o Cesc Fabregas per farsi capire) e quindi per questo non simpaticissimi a pelle, ha per il resto elargito parole di stima e rispetto per un avversario che, lo ha ribadito più volte, è più forte del suo modesto Celje.
Però, lo hanno insegnato anche le gare di Champions, i doppi turni europei si giocano sì su almeno 180 minuti, ma anche per certi versi nello spazio tra la sfida d'andata e quella di ritorno. In questa sospensione dell'agonismo escono fuori dichiarazioni, post social o semplici reazioni pescate dal web che servono a tener tutti sulle spine. Niente di più, niente di meno, di mind-games fatti ad hoc per accendere il sacro fuoco nei propri giocatori e spazientire gli altri. Ci ha provato anche il Real Madrid, riducendo la sfida di ritorno con l'Arsenal - dopo il 3-0 patito all'Emirates - a una manifestazione scritta della mistica blanca, che però è evaporata al momento del fischio d'inizio. Riera l'ha impostata così: "Loro ci sottovalutano perché pensano di aver già vinto, facciamogli vedere noi" - non è un virgolettato dell'iberico, bensì una traduzione di quanto avrà ripetuto in questi giorni a Seslar e compagni. Poi, ha arricchito la sua narrativa pre-partita ieri, nella pancia del Franchi, parlando di Fiorentina-Celje come della "seconda uscita con una ragazza". Rotto l'impaccio della prima volta, sarà tutta un'altra storia, dice Riera.
Siam sicuri però che il quarantenne da Manacor abbia letto anche il foglietto con gli "effetti indesiderati" sulle schermaglie dialettiche. Perché nel bunker del Viola Park Palladino si è segnato tutto. Atteggiamento e risposte del collega. E ha condiviso ai suoi soprattutto una frase, quella in cui si consiglia alla Fiorentina di preparare bene (o meglio) gara-2. Una semplice frase del "nemico" può risvegliare sentimenti sopiti. E dell'effetto "ricochet" è pieno il passato recente (recentissimo) del mondo del pallone: chiedere a Raphinha, campionissimo del Barcellona che ha peccato superbia (i greci l'avrebbero chiamato Hybris) poco prima di Argentina-Brasile, dichiarando intenzioni più che bellicose e di successo al Monumental. Risultato, 3-0 albiceleste e frasi di Raphinha scimmiottate nel post-partita dai rivali in segno di scherno. Questo l'esempio più clamoroso. Riera non è stato certo Raphinha, volando un po' più basso. Ma tanto è bastato per dare motivazioni extra al gruppo viola.
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