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Palladino e il futuro sulla panchina viola, solo i risultati forniranno la risposta definitiva

Palladino e il futuro sulla panchina viola, solo i risultati forniranno la risposta definitivaFirenzeViola.it
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di Tommaso Loreto

Una costante della stagione ormai prossima ai verdetti definitivi, al tempo stesso il limite di una squadra che può ancora raggiungere obiettivi importanti. Non si esce dal dibattito principale che riguarda la Fiorentina, gruppo ancora in corsa su due fronti ma perennemente alle prese con un’impostazione di gioco che non decolla quando di fronte ci sono avversari di caratura inferiore. Chi si attendeva una svolta dopo i successi con Juventus e Atalanta, ma pure in seguito al pari di Milano, è rimasto interdetto di fronte al pari con il Parma e ai 3 gol incassati dal Celje in Conference tra andata e ritorno, segno che evidentemente questa squadra taglierà il traguardo finale con identici pregi e difetti già messi in mostra lungo tutta la stagione.

Le attenuanti di giovedì sera
E’ chiaro che almeno in Europa la Fiorentina si è trovata a fare i conti con un aspetto mentale forse non così solido nella doppia sfida agli sloveni, almeno a giudicare da determinati momenti della doppia sfida in cui la concentrazione è venuta meno. Non si spiegano altrimenti le amnesie che sia all’andata che al ritorno hanno consentito al Celje di tornare in partita, senza contare le assenze sulle corsie esterne che hanno inevitabilmente pesato. Far a meno di Dodò e Gosens è stato un aspetto forse snobbato, ma le cui conseguenze si sono viste in campo, tanto più per una squadra ormai plasmata sul 3-5-2.

Automatismi cercasi
Eppure tra i detrattori del tecnico la tesi più gettonata è quella di un’assenza di gioco che mette in seria difficoltà la Fiorentina quando deve fare la partita, ed è indubbiamente complicato contrastare il concetto in questione. Se il club ha tutti i meriti del caso per aver messo a disposizione elementi determinanti come si stanno rivelando De Gea e Kean (decisivi nei 180 minuti di Conference tra la Slovenia e il Franchi) resta l’interrogativo legato a un impianto di gioco che vada oltre gli avversari, e che oggi pone la Fiorentina ancora costretta a rincorrere la zona europea in campionato.

I risultati l’unica discriminante
Insomma il senso del momento attuale sembra esser quello di un rinvio forzato al termine della stagione per capire di che panni si vestirà la Fiorentina del prossimo anno, anche in panchina. Se sul mercato l’eventuale piazzamento europeo sarà una discriminante fondamentale per trattenere i calciatori più importanti (Kean su tutti) anche nella conferma del tecnico molto, se non tutto, potrà essere deciso solo una volta chiarito su quali e quanti fronti correrà la Fiorentina il prossimo anno. Ed è per questo che da Cagliari in poi, Siviglia inclusa, ogni esame sarà decisivo, per la squadra in primis, ma pure per il tecnico.