AUTOFINANZIAMENTO: CAPIAMO COS'È. TRA LE PRIME 9 LO FANNO SOLO ATALANTA E FIORENTINA

12.07.2024 10:15 di  Stefano Prizio   vedi letture
AUTOFINANZIAMENTO: CAPIAMO COS'È. TRA LE PRIME 9 LO FANNO SOLO ATALANTA E FIORENTINA
FirenzeViola.it

In questo particolare torno di tempo, vi è una sorta di assuefazione o rassegnazione nella buona parte della tifoseria viola a dover prima vendere un giocatore e poi semmai pensare a nuovi arrivi. Si tratta della gioia dell'autofinanziamento puro, esulterebbero quindi i precedenti proprietari del club gigliato che ne avevano fatto un marchio di fabbrica ( e a dire il vero non erano certo sempre in autofinanziamento i DV anzi), gioirebbero per il grande risultato raggiunto sulle povere menti della tifoseria viola,grazie a un lavoro di anni, lavoro certosino con propaganda pavlovianamente utilizzata. Tuttavia sul concetto di autofinanziamento, malgrado se ne parli da anni, si fa ancora una gran confusione: questo infatti non è il saldo tra attivo e passivo nel mercato, quella è roba da schemini sui giornali estivi da leggere sotto l'ombrellone. Il vero concetto di autofinanziamento attiene l'intera gestione della società, tra i ricavi ci sono altre voci rispetto al mercato, ad esempio il merchandising, i biglietti allo stadio,  gli sponsor, i diritti tv. E tra i costi lo stesso ci sono molte altre voci rispetto al solo acquisto calciatori, per esempio ci sono gli stipendi, i costi logistici e le utenze. Il saldo totale di bilancio esprime il concetto di autofinanziamento.

Ebbene, negli ultimi 3 anni, tra le prime 9 squadre del campionato, solo 2 sono in autofinanziamento ,ovvero in attivo, l'Atalanta e la Fiorentina. L'Atalanta è infatti in saldo positivo di 52,13 milioni di euro, la Fiorentina di Commisso di 16,95, cioè considerati tutti i ricavi della società e tutti i costi, il saldo positivo è pari a quelle cifre. Continuando: la Lazio è in saldo negativo di 70,95 mln, Milan di 154,9 mln, il Napoli perde 31,19 milioni di euro, il Bologna 154, 89. L'Inter 471 mln e la Roma addirittura perde 507,83 mln, Juventus infine  588,05 mln. Perciò dire, come taluni soloni dicono che tutte le squadre sono in autofinanziamento è una sesquipedale cretinata. Tanto per prendere in esame solo i tre ricchi americani direttamente impegnati in un club di serie A, Friedkin alla Roma perde 507,83 milioni, Saputo al Bologna 93,86, mentre Commisso alla Fiorentina ha un saldo positivo di 16,95 mln nel triennio.

Tuttavia, quando radiomercato accosta il nome di Gudmunsson ai viola, nessun fiorentino senziente crede che il club gigliato possa sborsare i 30 milioni richiesti dal Genoa senza che venga sacrificato un pezzo buono dell'argenteria di famiglia, forse Kayode, forse Nico Gonzalez, l'assioma è introiettato.
Si parla sempre di soldi, eppure la Fiorentina sembra più poverella, se non patrimonialmente, almeno tecnicamente, appaiono infatti lontani i tempi in cui la squadra viola se la giocava per la Champion, appena poco più di dieci anni fa.

Ma guardiamo al buono, Gudmunsson per ora non c'è, ma c'è Kean, al momento solo lui di nuovo in questa Fiorentina di Palladino. Quel che pensiamo sulla qualità di questo acquisto l'abbiamo già detto e scritto e non lo ripeteremo, non ci entusiasma, ma c'è lui, indosserà la maglia viola e gli vorremo bene. Spereremo che faccia grandi cose. C' è Kean, quindi cercheremo in lui il buono, il bello nelle sue prestazioni, il positivo nelle sue giocate. Ne parleremo con ottimismo. Certo, senza mistificare la realtà, ma con tendenza ottimistica.

Infine, già si parla di tiepidità nella campagna abbonamenti, ma l'entusiasmo è come il rispetto, vanno guadagnati, conquistati. Quella viola è una piazza generosa, persino nell'anno della C2, ai margini del calcio italiano, lo stadio fu riempito da 17mila abbonati. Ma quello di allora era e  veniva percepito come un club in crescita, c'era grande ambizione e infatti in pochi anni si passò dai campi reietti di Gualdo e Imola, allo sbrilluccichio dell'Allianz di Monaco di Baviera. Un obiettivo ottenuto con l'abbinata investimenti-competenza, la competenza era quella di Corvino , al netto dei suoi errori marchiani, che la stampa  faceva notare puntualmente e con piglio bellicoso . Adesso invece c'è pure chi si lamenta di soverchia critica, eppure se si ama chi attacca il ciuco dove vuole il padrone, basta cercare, l'offerta è vasta, non dovrebbe essere difficile trovare la critica più  accomodante e leggerla e ascoltarla beati . Il grande scrittore inglese George  Orwell diceva che la libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vuole sentirsi dire.