IL RITORNO DI KEAN IL MIGLIOR ANTIDOTO AL KO DI NICOSIA. VERSO IL MERCATO DI GENNAIO, SPERANDO DI NON RIPETERE GLI ERRORI DEL PASSATO
Dalla gestione del gruppo, nel suo completo, all’evidente differenza tra il gruppo dei titolari da campionato e quelli da Conference League il passo è stato brevissimo. Mentre in classifica la Fiorentina ha scalato posizioni grazie a vittorie inedite nella forma e nel contenuto, almeno paragonando i successi con Lecce e Roma a quelli con Genoa e Torino, in Europa si sono confermate le difficoltà di una versione alternativa alla squadra imbattuta nel mese di ottobre. E con esse il bisogno di un intervento nel reparto offensivo dove l’assenza di Kean è diventata la spada di Damocle sulla testa dei viola.
Il ritorno di Kean aspettando Cataldi e Gudmundsson - Così contro il Verona oggi al Franchi la miglior notizia è la presenza dell’ex bianconero, elemento fondamentale per garantire quella verticalità che in terra cipriota non si è vista. Mentre per rivedere Cataldi, come del resto Gudmundsson, servirà attendere la ripresa del campionato (nel caso dell’islandese magari anche la prima gara di dicembre contro l’Inter) ritrovare il peso di una punta come Kean è la prima garanzia di riscatto per una Fiorentina tornata dal terzo appuntamento europeo con una sconfitta inaspettata.
La sosta come tappa del mercato - Intanto dopo la prima parte di stagione, e in apertura dell’ultima sosta per le nazionali del 2024, cominciano a spuntare i primi bilanci e di conseguenza anche i primi orizzonti di mercato. Se per i viola la priorità non può che essere quella di individuare il giusto profilo da portare a Palladino per eventuali sostituzioni di Kean in uscita le posizioni di Parisi e Quarta saranno le prime da tenere d’occhio. L’ex Empoli di fatto resta chiuso dietro a Gosens e Biraghi (e nemmeno l’esperimento da esterno alto a Nicosia ha troppo funzionato) mentre il centrale argentino fa parte di un reparto dove arriverà anche Valentini.
Le necessità di gennaio - Niente che sia ancora deciso, ma pur sempre tracce di un mercato di gennaio che se dovesse vedere ancora i viola nelle zone alte della classifica meriterebbe d'esser all'altezza. Per dirla altrimenti vien da sperare non sia alla stregua dell’ultimo, e soprattutto di quel 2016 che proprio ieri Paulo Sousa ha voluto ricordare, aprendo vecchie ferite su una lettura di quel momento societario che ai tempi non fu del tutto e immediatamente compresa dai più.