La stagione in 10 giorni. Conference League e due scontri con le big, Palladino si gioca tutto. Il nuovo modulo funziona ma potrebbe non bastare. Dalle prossime partite dipenderà anche il progetto futuro: vietato sbagliare

La stagione in 10 giorni. Conference League e due scontri con le big, Palladino si gioca tutto. Il nuovo modulo funziona ma potrebbe non bastare. Dalle prossime partite dipenderà anche il progetto futuro: vietato sbagliareFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Lorenzo Di Benedetto

Panathinaikos, Napoli, ancora Panathinaikos, Juventus e poi la sosta. A partire da domani, fino a domenica 16 marzo, la Fiorentina avrà di fronte a sé quattro partite decisive, sia per le ambizioni in campionato che per quelle europee. 10 giorno dove ci si gioca una stagione e la squadra non arriva certo nel suo momento migliore dell'annata. La vittoria contro il Lecce ha dato ossigeno, ha permesso a Raffaele Palladino di poter lavorare con più tranquillità rispetto alle settimane passate, ma adesso viene il bello e già nella sfida di Atene si capiranno tante cose. Da una parte la perfezione, con il passaggio del turno in Conference League e le vittorie contro Napoli e Juve, dall'altra il percorso peggiore possibile, con l'eliminazione europea e le sconfitte contro Conte e Thiago Motta, nel mezzo altre mille altre cose. La cosa certa è una sola: la Fiorentina ha il dovere di andare avanti nel percorso in Europa che negli ultimi due anni ha portato solo gioie prima delle delusioni più grandi, che sono ancora difficili da mandare giù, ovvero le due finali perse contro West Ham prima e Olympiacos poi. Già da domani dovranno arrivare segnali incoraggianti, per continuare a tirare su un morale che dopo la sconfitta al Bentegodi contro l'Hellas era sotto i tacchi, e poi sarà il tempo di concentrarsi sulla trasferta al Maradona.

Il 3-5-2 e le altre ipotesi.
Partiamo da una certezza. La nuova Fiorentina non può prescindere dal centrocampo a tre, qualunque sia il modulo scelto da Palladino. Il 3-5-2 ha dato garanzie, anche se, con tutto il rispetto, il Lecce non è certo il Real Madrid, ma potrebbe non bastare, visto che gli automatismi non sono facili da trovare e una difesa che è sempre stata abituata a giocare a 4 potrebbe trovare troppe difficoltà. In ogni caso ci sono anche dei grandi vantaggi, a cominciare dal rendimento di Gosens e Dodo, fino alla possibilità che Albert Gudmundsson possa davvero ritrovare se stesso al fianco di Moise Kean, che dovrebbe tornare dal primo minuto già ad Atene. L'islandese deve essere l'arma in più, finalmente, di questa Fiorentina da domani al termine della stagione e liberarlo da compiti difensivi che non gli si addicono e che lo limitano, potrebbe essere la carta giusta da giocare.

Vietato sbagliare anche pensando al futuro.
Pensare al presente ma con un occhio anche al futuro. La Fiorentina, come detto, si gioca tutto in dieci giorni e se da una parte il percorso in Conference League è fondamentale, dall'altra è necessario non uscire dalle prime sette posizioni della classifica in Serie A. Centrare un'altra, la quarta consecutiva, qualificazione nella coppa meno importante delle tre europee, non sarebbe un risultato che farebbe sorridere fino in fondo, ma arrivare dall'ottavo posto in giù sarebbe chiaramente ancora peggio. Ecco perché l'obiettivo minimo sarà mantenere la posizione, ma con la speranza di fare meglio, anche per dare un senso ai sogni fatti in questa stagione. Palladino si gioca tutto ma la società si gioca anche il futuro, visto che in caso di catastrofe non sarebbe poi così scontata la permanenza dei giocatori migliori. La possibilità c'è, inutile negarlo, ma ancora per un po' di tempo è necessario pensare solo alle cose positive, in attesa di un nuovo scatto in avanti della Fiorentina, che contro le big si è sempre esaltata. Centrare la qualificazione in Europa attraverso il campionato sarebbe bello, farlo attraverso la vittoria della Conference League lo sarebbe ancora di più. E allora è vietato sbagliare, perché Firenze merita di gioire, questa volta davvero.