Perché Inter-Fiorentina non potrebbe essere come Fiorentina-Inter? Palladino a San Siro a cuor leggero, mentre su Inzaghi c'è la forte pressione chiamata Napoli

Perché Inter-Fiorentina non potrebbe essere come Fiorentina-Inter? Palladino a San Siro a cuor leggero, mentre su Inzaghi c'è la forte pressione chiamata NapoliFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Alberto Polverosi

Inter-Fiorentina sarà la stessa partita di Fiorentina-Inter? Ovviamente a Firenze tutti sperano di sì, e non solo per il risultato finale. La sfida di giovedì sera al Franchi ha parlato di una squadra in salute, centrata, orgogliosa e piena di risorse nonostante l’organico ridotto all’osso e di un’altra confusa, molle, facilmente affondabile. Se qualcuno (l’ottimista) si poteva aspettare una Fiorentina così, nessuno poteva immaginare un’Inter del genere. Invece è successo e perché non potrebbe succedere anche a San Siro?

Inzaghi cambierà formazione, rientreranno Pavard al posto delfrastornato Bisseck, Dimarco (che a Firenze ringraziano ancora per l’assist del 3-0 di Kean) per Carlos Augusto, l’attento Darmian per l’inconcludente Dumfries (e questa è una notizia visto il rendimento dell’olandese prima di Firenze) e il tremendista Barella per il confuso Frattesi. Anche Palladino cambierà avendo a disposizione quasi tutto l’organico. A Firenze l’Inter non ha capito la partita che aveva preparato (e che stava giocando) il suo avversario, ha tenuto la palla per un tempo infinito lasciando allo stesso momento infinite praterie. Palladino non ha concesso la profondità, così Thuram e Lautaro hanno girato a vuoto per tutta la partita. Nel finale, sullo stile del triplettista Mourinho, Inzaghi ha schierato quattro attaccanti tutti insieme (Thuram, Lautaro Martinez, Arnautovic e Taremi) ingolfando ancora di più l’attacco. La Fiorentina ripartiva e colpiva. E’ difficile adesso immaginare per lunedì sera una partita dallo sviluppo identico. Inzaghi dovrà trovare il modo di trascinare fuori la Fiorentina dalla sua metà campo, ma soprattutto dovrà curare con molta più attenzione la fase difensiva. Perché non solo i viola ripartivano in contropiede di continuo (non hanno mai smesso fino al 90') ma, ogni volta che attaccavano, creavano o una palla-gol o una situazione di pericolo.

Giovedì la difesa viola aveva tre centrali (Comuzzo, Pongracic e Ranieri), due esterni (Dodo e Gosens), tre/quattro centrocampisti (Richardson, Mandragora, Parisi e spesso Beltran che si muoveva alle costole di Calhanoglu), più Kean. L’Inter è andata a sbatterci contro,
avrebbe dovuto cercare di saltare l’uomo per mettere in difficoltà quella difesa così compatta, ma nemmeno Mkhitaryan c’è riuscito. Lunedì a Palladino mancherà Comuzzo (squalificato), ma potrebbe recuperare Pablo Marì. Forse Inzaghi punterà su Zielinski, l’unico interista capace davvero di dribblare, però dovrà pensare anche a una strategia differente, meno possesso, più verticalizzazioni, ammesso che la Fiorentina possa concedere un briciolo di campo, cosa di cui dubitiamo. I viola giocheranno col cuore leggero, spinti dalle tre vittorie di fila; sui nerazzurri, invece, cadrà la forte pressione del Napoli e di San Siro che si aspetta il riscatto immediato. Un punto nelle ultime due partite (il derby e Firenze) è un po’ poco per chi punta deciso allo scudetto.