PICCOLA CRISI, GRANDE OCCASIONE
Il giorno dell’antivigilia di Natale, la Fiorentina patisce un’altra sconfitta, stavolta ad opera dell'Udinese, chiudendo un Dicembre viola non esattamente brillante.
Tuttavia la squadra di Palladino è ancora quinta in campionato ed è sempre in corsa per la Conference League, insomma non è davvero il caso di gridare al disastro.
Eppure nell’ambiente gigliato non si risparmiano i toni di sciagura: dal laconico ‘ è rotto il balocco’ al lamentoso ‘ è finita la magia’. Ora, tralasciando i toni da invasione dei marziani, può essere sensato, dinanzi al periodo depresso, parlare di piccola crisi. Poichè è evidente che la Fiorentina non sia più la squadra sfavillante di qualche tempo fa, ma sia appunto una squadra stanca, scarica. In difficoltà di condizione fisica, del resto è stato lo stesso Palladino a chiamare in causa la ‘ preparazione estiva mancata’.
Ma anche una squadra alla quale mancano qualità assoluta, almeno in alcuni ruoli e valore delle cosiddette alternative della rosa, e ciò al netto di gravi incidenti come la malattia di Edoardo Bove che pesano eccome sulla psiche dei calciatori.
Tuttavia piccola crisi equivale a grande occasione, non a caso la parola crisi in greco antico significa anche opportunità, e il grande scienziato Galileo Galilei lo sapeva bene visto che diceva che dietro ogni problema c’è un’opportunità.
Ecco che la Fiorentina, proprio grazie al periodo negativo che angustia molti, ha una grande opportunità, quella di migliorare notevolmente il suo tasso tecnico.
Già perchè è molto meglio vivere certi periodi negativi a fine anno, quando il mercato è alle porte che quando ogni errore è irrimediabile, ogni lacuna incolmabile.
Dicevamo di lacune e qualità che in alcuni ruoli scarseggia. Bene, è indubbio che a centrocampo la squadra necessiti di tre uomini, Bove anche se giocava più avanti, era pur sempre un centrocampista ed era l’equilibratore del collettivo viola. Senza di lui la Fiorentina ha bisogno di trovarne un altro e l’occasione di prenderne uno persino migliore. Ma è probabile che di centrocampisti ne occorrano due e Folorunsho, il giocatore che sembra più vicino, non ci pare l’uomo della provvidenza nè la panacea di tutti i mali.
Inoltre occorre un ottimo esterno a destra, Colpani non ha mai convinto e Ikonè è ormai questo da tre anni e sarà forse ora cambi aria, per noi e per lui. Infine c’è la necessità di un vice Kean, poichè Kouamè non è adatto al ruolo e su Beltran l’equivoco è ormai chiarito, tutto è tranne che un centravanti.
Insomma occorre che il club si muova in tempo e con mezzi importanti, ma del resto fu Commisso a rassicurare tutti sulla volontà di investire e rafforzare la squadra e perchè non credergli, fino semmai ad eventuale prova contraria?
Gli crediamo ed attendiamo con fiducia la manciata di giorni che ci separano dall'anno nuovo, quando è auspicabile Palladino abbia già a disposizione i suoi uomini, vecchi e nuovi. Nei prossimi giorni, domenica per la precisione, la Fiorentina andrà a Torino per la sfida con la Juve che le è appaiata a 31 punti. Un altro motivo per una partita già carica di suo. Partita che determinerà definitivamente l’umore con cui i viola chiuderanno il 2024 e quello col quale principieranno l'anno nuovo. Ecco perchè il mercato stavolta come non mai cade a fagiuolo.
In questo giorno in cui si ricorda Stefano, primo martire cristiano, chiudiamo con la saggezza del filosofo e segretario del Partito Comunista italiano, Antonio Gramsci, il quale disse che crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere.