SUICIDI E MAL DI PANCIA? SE IL PERCHÉ NON LO SA LA SOCIETÀ CHI MAI ALTRI?
Dai tempi delle tante vittorie consecutive, il clima in casa viola è completamente cambiato. La squadra gioca male, non corre e l’unico fatto positivo è che la Fiorentina, malgrado i risultati che decretano un solo punto fatto, con la Juve, a fronte di ormai molte sconfitte resta in piena corsa per l’Europa. I numeri decretano quindi una classifica che tiene, e dice sesto posto, a 2 lunghezze dal quinto e appena 4 dal quarto. Anche se per come stanno adesso le cose pensare alla quarta piazza che significherebbe Champions League sembra del tutto illusorio. Comunque quella viola resta un’ottima classifica per una squadra partita in fondo per stare attorno al settimo posto.
E come se tutto ciò non bastasse, all’interno della società non sono mancati i botta e risposta tra dirigenza e allenatore. Dopo la definizione tombale di Pradè sulle scelte tecniche di Palladino nella gara col Napoli (‘mi è sembrato un suicidio’), il dirigente viola ha aumentato la dose dopo la sconfitta col Monza, paventando qualche ‘mal di pancia’ interno ad un gruppo i cui scricchiolii sinistri si odono ormai a lunga distanza. Ma il riferimento ai disturbi gastrointestinali non è stato nominativo, perciò dal giorno successivo alla disarmante partita col Monza, è iniziata la ridda delle voci e delle congetture su chi siano i dolenti in seno alla squadra. L’ indiziato principale è Albert Gudmundsson, calciatore che costituisce l’investimento più oneroso del mercato e che pare la brutta copia della versione migliore vista a Genova, ma è anche possibile che Pradè si riferisse ad altre situazioni, questo anche dopo la recente epurazione di due elementi della vecchia guardia come Biraghi e Quarta, forse ormai ingombranti, sperando non si arrivi al processo pubblico come quello della famigerata banda dei quattro promosso da Mao Tse Tung nel 1976 nella Cina Popolare.
Viene in mente un’antica massima non maoista, ma di Pantaleo Corvino il quale diceva spesso che un Ds, un direttore tecnico, non è solo colui che vende e compra al calciomercato, ma è, o dovrebbe essere, una figura che accompagna la squadra ed il tecnico per tutta la stagione sportiva, individuando in tempo i problemi e risolvendoli.
A questo punto la domanda è se il vero problema della Fiorentina non sia il rapporto tra il maggiore dirigente sportivo, Pradè appunto, e l’allenatore che ha scelto (ammettiamo di non avere informazioni in merito e lo ipotizziamo solo per amore di ragionamento) ma che adesso non sostiene, anzi attacca a mezzo stampa. Infatti se Palladino si ‘suicida’ tatticamente o se alcuni calciatori non giocano al meglio e non si comportano da professionisti (anche questo lo ipotizziamo ragionando solo sulle parole di Pradè) non si capisce perchè il dirigente sportivo apicale non sostituisca il tecnico e non disponga colloqui privati, ma decisi, con i giocatori rei di non rendere.
E’ davvero inutile che Pradè venga a dirlo a noi, gettando un masso nell’acqua che produce solo polemiche e illazioni, un rumore che serve solo ad aumentare la confusione generale, Pradè non è un passante, è il vertice sportivo del club, perciò chi altri dovrebbe conoscere il male che angustia la Fiorentina? Intanto registriamo l’intervento conciliante del Dg Ferrari che tenta di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati smentendo ogni contatto con altri allenatori.
Infine è tutto un parlare di mercato, reazione comprensibile di un ambiente sconcertato dal precipizio del rendimento della squadra, ma chi mai potrebbe arrivare dal mercato per risolvere una situazione tanto ingarbugliata? A proposito di Mao, era il presidente cinese a sostenere che poichè c’è gran confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente. Un detto poco saggio probabilmente, sembra infatti avere più senno il maestro dell'horror Stephen King che dice come non ci sia despota più crudele che la confusione.