ANDUJAR A RFV: "MORENO TOSTO, MA GIOCAVA IN UNA SQUADRA CHE SUBIVA. BELTRAN STRANO CHE NON GIOCHI. DE GEA..."

02.10.2024 19:30 di  Ludovico Mauro   vedi letture
ANDUJAR A RFV: "MORENO TOSTO, MA GIOCAVA IN UNA SQUADRA CHE SUBIVA. BELTRAN STRANO CHE NON GIOCHI. DE GEA..."
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

La Fiorentina arriva corta in difesa alla gara coi New Saints, quando molto probabilmente debutterà in viola Matias Moreno. Mentre in attacco, se dovesse come da attese tirare il fiato Moise Kean, potrebbe toccare a Lucas Beltran vestire i panni del numero nove. Un tema, quello legato all'ex River, di cui si parla spesso a Firenze, accompagnato dalla curiosità di questi giorni di vedere all'opera il difensore ex Belgrano. Per commentare tutto ciò, ai microfoni di Radio FirenzeViola ha parlato Mariano Andujar, ex portiere di Napoli e Catania che prima del ritiro ha affrontato da avversario sia Beltran che Moreno, oltre a Valentini (futuro sposo della Fiorentina).

Che tipo di difensore è Moreno?
“Tosto. Alto, bravo a giocare sia a tre che a quattro al centro della difesa. E ha la virtù del colpo di testa, sulle palle alte. Però bisogna vedere come si trova nel campionato italiano, perché è un’altra cosa. In Argentina il Belgrano è una squadra che subisce, accetta di prendere attacchi dagli avversari, non riesce a fare la partita. Quindi, per esempio, quando entra a gara in corso è un giocatore importante, bravo nei palloni alti e forte fisicamente".

Già domani, con i New Saints, si noteranno le sue doti?
“Sono giocatori che vanno attesi. Perché intanto sono cresciuti in posti piccoli, di provincia. E poi perché le squadre che vanno a prenderli, vedranno in loro una crescita nel tempo. Sicuramente Moreno avrà poco spazio ora alla Fiorentina, andrà aspettato. Deve crescere e conoscere la lingua, il campionato. È anche la prima volta che lascia casa”.

Invece, dopo aver affrontato Valentini, come ce lo racconterebbe?
“Valentini è un altro discorso. Ha già giocato in nazionale ed è cresciuto al Boca, un altro tipo di squadra e con un altro tipo di pressioni. È molto più preparato per il mondo Fiorentina rispetto a Moreno. Valentini è un ottimo difensore che non faticherà a trovare spazio, si adatterà più velocemente degli altri due. È più grande, ma non solo come età, anche nell’esperienza, è più maturo”.

Quindi ce li vede entrambi nel calcio italiano.
“Certamente, soprattutto Valentini. Poi un centrale mancino è difficile da trovare oggi, la Fiorentina ha fatto un’ottima scelta”.

Beltran invece sta giocando poco quest'anno. Eppure in Argentina aveva fatto bene.
“È strano. Ha fatto un po’ di gol l’anno scorso e aveva una certa continuità. È davvero strano che non trovi spazio. Perché è un ottimo attaccante che può giocare sia da prima che da seconda punta. Non capisco perché, sicuramente ci saranno dei motivi, ma è un ottimo giocatore assolutamente da non buttare via. Deve ritrovare ciò che è”.

A Firenze si parla spesso del suo ruolo. Lei che l'ha affrontato, dove lo vede meglio?
“Qua gli ho visto fare molto bene la prima punta. Ma capisco che se hai un centravanti più alto o più forte di lui come Kean, che sta facendo bene, possa adattarsi a fare la seconda punta. A me fa strano pensare che Beltran non trovi spazio, probabilmente incide molto la questione ruolo, ma sia al River che al Colon l’ho affrontato da prima punta e ha fatto bene”.

Invece Infantino è finito in Arabia. Strana la sua ascesa, non trova?
“Anche questo è molto strano. I giovani di oggi a volte fanno queste scelte, fortunatamente ci sono ancora quelli come Dybala che prendono altre decisioni. Però si torna al solito discorso: il primo anno comprendo che abbia giocato poco, visto il cambiamento totale dall’Argentina all’Italia. Però, la scelta di andare in Arabia è strana. A me piaceva, quando ci ho giocato contro sapeva giocare sia a destra che a sinistra, aveva anche una bella gamba. Ripeto, mi pare normale che non abbia trovato spazio il primo anno, ma se ora hanno scelto di venderlo e lui ha accettato l’Arabia, ci sarà un motivo”.

Infine da ex portiere, che scelta è stata quella di De Gea di venire a Firenze?
"De Gea voleva tornare a giocare. La Fiorentina è in piena crescita da anni, ha fatto due finali europee, è una bella piazza, una società in salute che sicuramente l'ha convinto". 

Lei però ha giocato con Terracciano a Catania. Conoscendolo, come può vivere quest'annata da dodicesimo?
"Il nostro ruolo purtroppo è questo. A volte tocca diventare il dodicesimo, ma non vuol dire nulla. Lui è un ragazzo per bene, lavora tantissimo e sempre in silenzio. Questa sarà una ulteriore tappa del suo percorso calcistico, dalla quale crescerà stando accanto a De Gea, che con tutto ciò che ha vissuto sarà anche un vantaggio per Pietro. Io gli auguro che prenda la decisione in questo senso. È chiaro che tutti vogliamo giocare, però mi sembra che abbia capito la scelta. Infatti è rimasto, se è intelligente - e lo è - trarrà un grande vantaggi da questa situazione, quello di imparare da un grandissimo parere come De Gea".