VELTRONI A RFV: "CON BOVE EVITATA LA PORNOGRAFIA DEL DOLORE. CALCIO È SPORT FRAGILE MA SOCIAL LIBERANO ISTINTI PEGGIORI"
Walter Veltroni, scrittore e politico ex Sindaco di Roma nonché ex Vicepresidente del Consiglio dei ministri, è intervenuto questa mattina a Radio FirenzeViola, durante "C'è Polemica", per parlare del malore che ha colto Edoardo Bove durante il match di domenica pomeriggio tra Fiorentina e Inter.
In un mondo legato a mettere tutto sui social, quel gruppo unito attorno a lui è stata la vera forza di Bove?
“C’è una certa pornografia del dolore, una sorta di cinismo per la quale rubare l’immagine di una persona che sta male diventa un tramite per racimolare followers. A me la cosa che più ha colpito è stata il farsi un corpo unico dei giocatori in campo per sottrarre il dolore alla spietatezza delle telecamere. Questo, assieme alla reazione di un pubblico molto solidale e composto, mi ha fatto una bellissima impressione”.
Secondo lei la reazione del pubblico è dovuta anche ai precedenti che Firenze ha vissuto?
“Secondo me sì, è stata una reazione determinata dalla coscienza di quello che il tifo ha visto. I tifosi hanno una loro memoria storica: non tutti, ad esempio, hanno visto le immagini di Antognoni, ma nella storia di uno stadio queste vicende si tramandano. C’è stata poi la tragedia Astori. Io uno dei primi articoli che scrissi per il Corriere della Sera fu un incontro che ebbi con la moglie Francesca e la figlia Vittoria. La sua storia è inevitabilmente una ferita nel mondo del calcio e, di conseguenza, della città. Quindi sì, penso che nella reazione dei tifosi viola ci sia stata la coscienza non razionale di quello che è già accaduto in quello stadio".
Per Bove è già iniziato lo sciacallaggio.
“I social hanno liberato gli istinti peggiori e hanno fatto sì che qualcuno, grazie all’anonimato, si senta libero di dire qualsiasi cosa. Fa parte di quella scia di odio, rancore e violenza verbale che sentiamo e vediamo nella società e che spinge tutti a giudicare la vita e la morte delle persone. Ormai c’è una disumanità ed una violenza che dovrebbero far riflettere e che invece vengono fatte lasciar correre come se fossero semplici bravate”.
Come si riparte dopo uno shock simile?
“Queste vicende rendono il calcio migliore, magari solo per un breve periodo: ci si ricorda che il calcio è uno sport che ha una sua fragilità e che è fondato sulle emozioni, non solo sugli ingaggi e le tattiche. Queste vicende ci ricordano che i calciatori non sono soltanto numeri sulla maglietta, ma esseri umani”.
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