Via libera al ritorno delle pubblicità delle scommesse in Serie A

Nella mattinata di oggi, la Commissione Cultura del Senato ha approvato la risoluzione presentata da Fratelli d’Italia (relatore il senatore Marcheschi), con cui la maggioranza ha chiesto al governo Meloni una serie di interventi per la riforma del calcio. Tra i temi principali, l’abolizione del decreto dignità, voluto dal Movimento 5 Stelle nel 2018, nella parte in cui vieta la pubblicità delle agenzie di scommesse.
Il divieto, secondo le stime degli addetti ai lavori, aveva prodotto un danno quantificabile in 100 milioni di euro per la sola Serie A. La risoluzione tecnicamente impegna ma non vincola il governo perché sarà necessario un vero e proprio atto normativo, ma oggi è stato fatto un primo passo importante verso l’abolizione.
C'è anche un’altra indicazione dell’atto: destinare al calcio almeno l’1% dei proventi dalle scommesse. Una richiesta da tempo formulata dal mondo del pallone - soprattutto dalla Lega Serie A - e che ripristinerebbe di fatto la vecchia “quota Totocalcio”, eliminando il paradosso per il quale chi organizzava i campionati - le leghe - finora non beneficiava in alcun modo dei proventi del betting. Con una precisione: l’invito è a destinare l’1% “ad un fondo destinato alla costruzione di nuovi stadi e per l'ammodernamento di quelli vecchi”. Ma l’atto invita il governo anche a riconoscere un’ulteriore quota di questi proventi, “a condizione che la stessa sia vincolata al finanziamento di interventi in favore dei settori giovanili, dell'impiantistica sportiva, nonché del calcio femminile”.
La grande assenza, in compenso, è un’indicazione sul ripristino dei benefici fiscali per i calciatori in arrivo dall’estero. Tema sul quale il calcio tornerà a bussare alle porte della politica prossimamente, ma con speranze molto limitate, in quanto molto lontano dai sentimenti che animano la base elettorale del governo Meloni. Tra le altre proposte contenute nell’atto, quella di favorire la cessione degli impianti pubblici , a monitorare i lavori degli stadi in vista di Euro 2032, a rivedere la legge Melandri sui diritti TV, a promuovere le condizioni per l’istituzione di una Lega di calcio femminile, a “considerare l'opportunità di ridefinire la disciplina sugli agenti e procuratori, anche nel senso di regolamentare le commissioni loro riconosciute”.
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