BARONE, Da Ribery a Beltran e qualche flop: tutti gli acquisti

Con la scomparsa di Joe Barone se ne va letteralmente un pezzo di Fiorentina. Quella più audace, coriacea, coraggiosa in certe battaglie, controversa in altre. Comunque la si pensasse su di lui, è innegabile di come Joe sia stata una delle figure più poliedriche nella storia viola: instancabile lavoratore al Viola Park, guerriero di tante battaglie in Lega Calcio e, soprattutto, uomo di riferimento del mercato gigliato. Una posizione, quest’ultima, che spesso lo ha messo contro diversi tifosi. Non da ultima, la famosa frase sul frigo pieno dello scorso gennaio. Joe però ha sempre avuto la forza di metterci la faccia. Prendendosi le sue responsabilità, nel bene e nel male. In questi anni le sue campagne acquisti sono state più che mai divisive: capaci di portare sulle rive dell’Arno grandi giocatori che hanno contribuito a riportare la Fiorentina nelle posizioni nobili del calcio italiano e altrettanti flop pagati a peso d’oro.
I primi due, veri, grandi, acquisti risalgono alla stagione 2019/20 e si trattano di Sofyan Amrabat e, soprattutto, Franck Ribery. Il francese arrivò a Firenze in pompa magna dal Bayern Monaco. Presentato in un Franchi gremito di tifosi come una vera e propria star, il suo è stato un biennio con più ombre che luci, complice l’età avanzata e una tenuta fisica non proprio eccelsa. Un acquisto, tuttavia, che a Firenze venne comunque accolto con i giusti onori, dando la consapevolezza che la Fiorentina stava cercando di tornare a splendere. Il marocchino, invece, fu l’acquisto più dispendioso di quella stagione. Il mediano ex Verona, infatti, stregò Rocco Commisso, che decise di sbaragliare la concorrenza mettendo sul piatto degli scaligeri ben 20 milioni di euro. Fu poi in quella stagione che arrivarono anche Pietro Terracciano e Alfred Duncan, due giocatori che tutt’ora sono nella rosa viola. Fu una campagna acquisti anche all’insegna dei flop, come gli arrivi di Pulgar, Dalbert, Lirola, la coppia d’attacco Pedro-Cutrone e l’evanescente Boateng.
In chiaro scuro anche la campagna acquisti del 2020/21, che portò a Firenze ottimi innesti come Bonaventura, Martinez Quarta e Kouamé, ma che creò anche i primi attriti con l’arrivo di Kokorin e, soprattutto, con la decisione di sostituire Federico Chiesa con l’allora trentatreenne Jose Maria Callejon. Acredini che si acuirono nella stagione successiva, quando, a gennaio, si decise di privare il neo-tecnico Vincenzo Italiano (e la Fiorentina in lotta per il quarto posto) di Dusan Vlahovic, venduto alla Juventus e sostituito da Cabral e Piatek. Una cessione dolorosa, che fece scivolare la Fiorentina in classifica ma che comunque non compromise l’approdo in Conference League, con i viola che nella seconda parte di campionato vennero trascinati da quelli che divennero due veri e propri idoli di casa: Lucas Torreira e Nicolas Gonzalez. L’argentino, arrivato nell’estate del 2021, è ancora oggi l’acquisto più caro nella storia della Fiorentina (27 milioni di euro) e il suo acquisto, fortemente voluto dalla società, contribuì alla prematura partenza di Gennaro Gattuso e all’arrivo sulla panchina viola di Vincenzo Italiano.
Arriviamo, dunque, alle ultime due stagioni. Quelle che hanno visto un definitivo salto di qualità della Fiorentina e che le hanno permesso di giocarsi due finali (lo scorso anno) e di essere ancora in corsa su tre fronti (quesa stagione). Nonostante l’arrivo di alcuni calciatori che a Firenze non hanno lasciato un bellissimo ricordo - due su tutti Gollini e Jovic -, ci sono stati anche grandi innesti come Dodò, Mandragora, Barak, Arthur, Parisi, Beltran e Belotti.
Un bilancio dunque che, nonostante gli alti e i bassi, ha permesso alla Fiorentina di tornare a competere tra le big del calcio italiano ed europeo. La finale di Coppa Italia, quelle di Conference League, il doppio approdo ai quarti di una competizione europea che mancava dall’inizio degli anni Sessanta. Sono tutti traguardi che hanno visto e vedono tutt’ora la sua firma sopra. La firma di un lavoratore instancabile, di un uomo divisivo come solo certe figure che vanno avanti per la propria strada sanno essere ma che ha messo sempre al primo posto il bene della Fiorentina.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
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