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C'era una Volta in Viola, il "soldatino" che capitanò la rinascita gigliata: la storia di Angelo Di Livio

C'era una Volta in Viola, il "soldatino" che capitanò la rinascita gigliata: la storia di Angelo Di LivioFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 12:30Notizie di FV
di Samuele Fontanelli

1 agosto 2002, ore 11:44. Arriva la notizia ufficiale, la Fiorentina viene esclusa da tutti i campionati professionistici. Ecco la nostra storia parte da qui, dal prologo del fallimento, che arriverà ufficialmente il 27 settembre, di un club che solo un anno prima aveva vinto la sua sesta Coppa Italia. Alle ore 16:30 sempre di quel primo giorno di agosto l'allora Sindaco di Firenze Leonardo Domenici fonda una nuova società, la Fiorentina 1926 Florentia. Un club che pochi giorni dopo verrà rilevato da Diego Della Valle e che verrà iscritto, con il nome di Florentia Viola, al girone B di Serie C2. Della vecchia Fiorentina rimarrà solo il capitano, Angelo Di Livio: il protagonista dell'episodio di questa settimana della rubrica C'era una Volta in Viola.

Romano, cresciuto nel settore giovanile giallorosso, Angelo Di Livio, dopo un inizio carriera vissuto tra Serie C e Serie B con le maglie di Perugia e Padova, ha legato tutta la sua vita calcistica a due squadre: la Juventus e la Fiorentina. Un simbolo della formazione bianconera campione di tutto con Marcello Lippi in panchina poi diventato leader dell'ultima viola di Cecchi Gori e capitano della rinascita gigliata dalla Serie C. Insomma una carriera sicuramente atipica e romantica che nel 1993 ancora non aveva conosciuto la Serie A. Di Livio infatti farà il suo esordio nel massimo campionato italiano solamente a 27 anni, il 5 settembre 1993, curiosamente proprio contro la sua Roma. È solo l'inizio di un'avventura in bianconero che porterà l'ala destra del quartiere della Bufalotta fino al tetto d'Europa e del mondo nel 1996. Oltre ai numerosi trofei messi in bacheca, l'esperienza alla Juventus porterà in dote a Di Livio anche un soprannome, "soldatino", che lo accompagnerà per sempre. A darglielo sarà Roberto Baggio per via del suo modo di correre con le spalle strette e le braccia lungo i fianchi. Un nomignolo azzecatissimo che rende anche l'idea del tipo giocatore che era Di Livio, diligente, duttile e generoso.

Dopo aver vinto da protagonista tutto, da tre scudetti alla Champions League fino alla Coppa Intercontinentale, con la Juventus, nel 1999 Di Livio passa alla Fiorentina. In viola l'ala destra classe 1966 partecipa a vittorie storiche come quella in casa contro il Manchester United (campione in carica), l'impresa di Wembley contro l'Arsenal nella Champions League 1999-2000 e il trionfo in Coppa Italia nel 2001 nella doppia finale contro il Parma. A Firenze però sarà sempre ricordato per l'attaccamento alla maglia dimostrato al termine della stagione seguente, quando dopo il fallimento sarà l'unico giocatore a ripartire dalla Serie C2. Da capitano, dopo aver giocato gli sfortunati mondiali nippo-coreani del 2002 con l'Italia, guida la risalita viola dalla quarta serie del nostro calcio. Il 27 aprile 2003, con il trionfo casalingo contro il Savona, la Florentia Viola raggiunge l'aritmetica promozione in Serie C1 (che poi si trasformerà in Serie B a causa di un ripescaggio per meriti sportivi ed altre vicende). Sarà il primo passo di una scalata che nel 2004 riporterà i gigliati nel massimo campionato italiano. Dopo aver guidato la rinascita "soldatino" si congeda dal calcio giocato nel 2005, da capitano di una Fiorentina di nuovo in Serie A.