AMBROSINI CENTRALE? SI PUO' FARE. CE LO DICE LA STORIA E... DE ROSSI.
La Fiorentina è "corta" in difesa. A livello numerico, ma anche di centimetri. La rosa di Montella recita 8 elementi, ai quali vanno tolti Pasqual e Alonso (tutto meno che difensori) oltre ad Hegazy, fermo ai box per i prossimi 6 mesi. Ecco che il numero scende drasticamente a 5. E - complice appunto l'infortunio dell'egiziano - scendono anche i centimetri. Quali le soluzioni? In primis il mercato che (ahimè) ha appena chiuso i battenti. Fino a gennaio non se ne riparla, eccezion fatta per gli svincolati. Ed ecco che l'idea Kroldrup - più romantica che realistica - potrebbe avere un senso. In secundis la soluzione interna, con Montella che potrebbe puntare su Empereur e Madrigali. I due però sono giovanissimi (rispettivamente classe '94 e '95), meglio quindi andare sull'usato sicuro con la candidatura Massimo Ambrosini che si sta facendo strada nella mente dell'aeroplanino. L'ex rossonero ha esperienza da vendere (conta 36 primavere), è alto 1,82, e si inserirebbe nel solco dei grandi centrocampisti che si sono riciclati difensori. Senza contare che Ambrosini ha già fatto il difensore aggiunto a Zurigo, nell'andata del preliminare di Europa League. Ricorderete, Montella lo schiera al posto dell'infortunato Pizarro, la Fiorentina vince ma soffre, ed "ambro" trascorre i minuti finali come baluardo centrale al fianco di Gonzalo. A questo punto si innesta un discorso tattico tutto da definire. Innanzitutto la candidatura Ambrosini va vista come extrema ratio, al pari di Hegazi che fungeva come ultima alternativa. E poi Ambrosini difensore si innesterebbe preferibilmente in una linea a quattro, in aiuto al centrale titolare. Fare il perno nella difesa a tre sarebbe troppo anche per uno esperto e navigato come lui. Di certo, la duttilità e la versatilità di Ambrosini è sotto gli occhi di tutti, e Montella la sta prendendo seriamente in considerazione.
CE LO DICE LA STORIA - La storia è piena di esempi e - sopratutto - di grandi nomi che, centrocampisti (anche di rottura), registi, mezze ali, arretrano il loro raggio d'azione fino a diventare difensori centrali (un tempo si chiamavano "liberi"). L'ultimo esempio è Daniele De Rossi (30 anni), schierato centrale in nazionale da Prandelli nella difesa a quattro. Lo stesso CT azzurro, all'Europeo 2012, lo aveva fatto giocare centrale in una difesa a tre (le prime due partite, contro Spagna e Croazia). Un altro è Angelo Palombo (32 anni) della Sampdoria, riciclato centrale da Delio Rossi, addirittura nella difesa a tre (vedi le prime due di campionato con Juventus e Bologna). Questo per citare i casi più attuali. Se scaviamo nel passato, il primo che ci viene in mente è Renato Zaccarelli. Numero 10 nel Torino di Radice, scudettato nel 1976, diviene libero alla metà degli anni '80. Tanto da risultare il miglior giocatore del campionato (ripetiamo, da libero!) nella stagione '85-'86. Altro esempio Lothar Matthaus. Il tedesco nasce mezzala nel Borussia Monchengladbach, giostra a tutto campo nel Bayern e nell'Inter del Trap, arretra come libero nello stesso Bayern a fine carriera. Come lui Matthias Sammer il quale - dopo essere stato centrocampista nello Stoccarda e nell'Inter - vince da libero il Pallone d'Oro nel 1996 col Borussia Dortmund. E ancora... Uno dei casi più clamorosi fu Marcel Desailly. Il francese nasce libero, poi approda al Milan di Capello che lo trasforma diga frangiflutti davanti alla difesa (più o meno come suole fare Ambrosini). Nel 1998 la riconversione: con la Francia vince il mondiale casalingo, quindi l'Europeo nel 2000. Il tutto rigorosamente da centrale difensivo.
IN CASA VIOLA - Nella Fiorentina abbiamo avuto Sergio Battistini che, nato rifinitore nel Milan d'inizio anni '80, si trasforma in libero con Sven Goran Eriksson ('87-'89). E poi Roberto Galbiati, centrocampista offensivo nell'Inter, si afferma come libero prima nella Fiorentina poi nel Torino a metà anni '80. L'esempio viola più eclatante è stato Sinisa Mihajlovic. Parlandone da giocatore, Sinisa si fa notare nella Stella Rossa e poi nella Roma come centrocampista di sinistra. Dal '95 al 2004 esplode prima nella Sampdoria poi nella Lazio di Cragnotti dove, da libero, realizza 20 gol in 126 presenze. Molte di queste su calcio di punizione. Per concludere andiamo su calciatori che, partendo da tutt'altro ruolo, si sono riciclati difensori. E' il caso dei terzini d'attacco Ruud Krol e Giacinto Facchetti (il primo, grande libero del Napoli dall'80 all'84. Il secondo, libero e capitano dell'Inter e della Nazionale nella seconda metà degli anni '70). Fino ad arrivare agli attaccanti Gullit e Boniek, rispettivamente trasformati difensori centrali nel Chelsea (1995) e nella Roma (dall'86 all'88). Insomma, un pò necessità, un pò virtù, un calciatore se vuole si adatta ad ogni ruolo. Con esperienza e senso della posizione. Proprio come potrebbe succedere a Massimo Ambrosini...