"Caro Moise, sei in buona compagnia": il commento del Corriere Fiorentino

"Caro Moise, sei in buona compagnia": il commento del Corriere FiorentinoFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 08:13Primo Piano
di Redazione FV

"«Ancora, nel 2025...». Ha ragione da vendere, Moise Bioty Kean, nel ricordare quanto possano essere disgustosi i razzisti da tastiera e da stadio che lunedì sera hanno invaso il profilo Instagram del centravanti della Fiorentina e della Nazionale italiana per insultarlo. Li ha messi giustamente ed elegantemente alla gogna, Kean, nickname e nomi falsi compresi, in una storia in cui «scimmia» era l’epiteto più gentile. Una vergogna senza senso". Si apre così l'editoriale, a firma di Roberto De Ponti, sulle colonne odierne del Corriere Fiorentino. Il direttore del giornale toscano si è espresso in questo modo riguardo alla triste vicenda che ha colpito la punta gigliata: "E purtroppo sì, caro Moise: ancora, nel 2025, siamo qui a chiederci come sia possibile che qualcuno si senta in diritto di insultare qualcuno per il colore della pelle. Vedi, caro Moise, l’Italia è quella terra dove una mamma dagli spalti di una palestra durante una partita di basket giovanile può gridare a un’adolescente «sei una scimmia». L’Italia è il Paese in cui dalle tribune di uno stadio possono levarsi «buuuh» in direzione di un avversario di colore ma no, non è mica razzismo. E nella regione in cui vivi da quando ti sei trasferito in viola, caro Moise, tra qualche mese potrebbe candidarsi a governatore un generale dell’esercito che ha teorizzato, aperte virgolette, che «una persona che ha i tratti somatici tipici del centro Africa non rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani, che invece sono di pelle bianca». Chiuse virgolette. E ti stupisci che qualche leone da tastiera ti scriva che «non esistono negri italiani»? Siamo un Paese così".

Infine De Ponti chiude sottolineando come il mondo del calcio si sia stretto attorno a Kean, ma anche specificando come tante sono ancora le forme di razzismo nella nostra società da combattere, da quelle per il colore della pelle, fino a quelle di matrice territoriale: "Bene ha fatto la Fiorentina a denunciare. Bene hanno fatto i tuoi colleghi a dimostrarti solidarietà, bene hanno fatto gli altri club a schierarsi dalla tua parte. Però consolati, Moise, sei in buona compagnia: lo sai che il tuo presidente non può andare in tribuna a Bergamo perché partono gli insulti? E lo sai che il tuo predecessore, Dusan Vlahovic, si becca dello «zingaro» dai tifosi che prima lo osannavano e ora osannano te? Te lo dicevo, Moise: siamo un Paese così. Ancora, nel 2025".