FRANCHI, Cronoprogramma è il terzo segreto di Fatima

16.10.2024 12:50 di  Donato Mongatti   vedi letture
FRANCHI, Cronoprogramma è il terzo segreto di Fatima
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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom

A inizio mese il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha incontrato la sindaca di Firenze, Sara Funaro, e, sulla carta, tra Comune e club viola sarebbe nata una prima intesa su come gestire i lavori di ristrutturazione dello stadio Franchi, consentendo ai gigliati di rimanere a giocare nell'impianto per tutta la durata dei cantieri. Il patron viola, inoltre, sarebbe disposto a supportare economicamente Palazzo Vecchio. Gli spifferi riferiscono che Commisso sarebbe disposto a investire circa 50 milioni di euro, in cambio di una lunga concessione per sfruttare il nuovo Franchi e per accelerare la fine dell'ammodernamento, per la prima volta, è emerso che per alcuni mesi a cavallo tra due campionati la Fiorentina sarebbe disposta ad andare a giocare altrove.

Il comunicato congiunto Comune-Fiorentina del 4 ottobre spiegava che: "La sindaca Funaro ha presentato al presidente Commisso una prima ipotesi del cronoprogramma dei lavori di riqualificazione dello stadio Franchi, ipotizzando che la Fiorentina continui a giocare tutte le partite casalinghe nell'impianto di viale Manfredo Fanti durante le varie fasi dei lavori, fino alla conclusione. Questa ipotesi comporterebbe una fine dei lavori nella primavera del 2029 con una capienza di posti a crescere nelle varie fasi dei lavori. Inoltre, secondo il cronoprogramma presentato, in occasione del centenario della società, che cadrà il 29 agosto 2026, il Franchi sarà utilizzabile e avrà una capienza pari a 34.478 posti lordi. Già dalla prossima settimana si riuniranno i tavoli operativi, nei quali i tecnici del Comune e della Fiorentina valuteranno i vari aspetti del cronoprogramma. La Fiorentina ha dimostrato interesse ad avere un ruolo importante nella gestione dello stadio e delle attività collegate e tra le parti c'è disponibilità a collaborare".

I nodi da sciogliere, per arrivare a firmare un formale accordo, però, non sono pochi. L'opera, come noto, non è completamente coperta dai finanziamenti, all'appello mancano circa 67 milioni di euro (stando all'ultimo quadro economico approvato). 55 milioni sono quelli dei Piani urbani integrati prima assegnati dal governo per il Franchi, poi definanziati e successivamente tornati nelle disponibilità della Città Metropolitana di Firenze (ma non sfruttabili per lo stadio – il Comune aspetta da Roma il via libera per utilizzarli in opere già coperte da finanziamenti di Palazzo Vecchio e dirottare i soldi risparmiati sullo stadio); e poi ci sono da trovare altri 12 milioni (che fanno parte di aumenti emersi in fase di sviluppo progettuale). Inoltre bisogna considerare che il quadro economico approvato e le cantierizzazioni prevedevano che la Fiorentina lasciasse il Franchi per andare a giocare altrove e tutto era "disegnato" per terminare le opere entro il 31 dicembre 2026. Con i viola che restano nella loro storica casa, ovviamente, aumenteranno i tempi per completare gli interventi (durante i giorni di partita gli operai non lavorano, il giorno prima devono mettere in sicurezza i cantieri e il successivo ripristinarli, per esempio). Ma l'aspetto più importante è che tenendo sempre (o quasi) la Fiorentina al Franchi, i costi aumenteranno sensibilmente. Ecco che, ipotizzando che si risolva la questione dei 55 milioni, l'eventuale supporto di Commisso appare insufficiente a far tornare i conti. L'augurio è che, trattandosi di un'immobile di proprietà pubblica, come spessissimo accade, venga in soccorso lo Stato, con l'iniezione di ulteriore capitale (gli Europei del 2032 potrebbero favorire la cosa).

Ma la nebbia attorno alla questione rimane fitta. Il cronoprogramma illustrato pare essere il terzo segreto di Fatima, non è dato sapere in quali settori, progressivamente, si sposteranno i lavori, quali sono gli obiettivi dei tempi per avviare e concludere ogni parte e far sì, come è stato spiegato nella nota congiunta, che la capienza sia "a salire". Inoltre l'eventuale scesa in campo (a suon di milioni) di Commisso, cosa comporterebbe? Qual è il "baratto" che può convincere il presidente viola a partecipare economicamente alla partita. I fiorentini, dopo oltre un lustro, hanno imparato a conoscere l'italoamericano e se la contropartita non sarà ritenuta consona Commisso non metterà "un penny". Sarà una strategia il non spiegare finché non sarà trovato un accordo formale, oppure questo silenzio significa che per ora le ipotesi sono ancora in fase di definizione?

Ogni giorno che passa la pace ritrovata tra Comune e Fiorentina appare sempre più quiete prima di una tempesta.