Mandragora, un'annata da incorniciare. E chissà che Spalletti non ci pensi

Rolando Mandragora si è preso con la forza il posto da titolare. La forza del lavoro s'intende: dedizione, serietà e attaccamento. Tutti ingredienti che hanno convinto Raffaele Palladino a fare del classe '97 uno dei suoi fedelissimi. La stagione di Mandragora è come minimo da incorniciare, tanto più che ha messo lo zampino su cinque degli ultimi sei incontri di Conference League. Per farla breve: quando l'ex Torino non ha segnato, la Viola ha perso. In particolare ci riferiamo a quel Panathinaikos-Fiorentina del 6 marzo. Al ritorno ci ha pensato proprio lui ad aprire le marcature con uno splendido gol, che ha dato la giusta dose di fiducia alla sua squadra per ribaltare il punteggio e conquistare i quarti di finale contro il Celje.
Lo stato di grazia di Rolando.
Eppure a un centrocampista non sarebbe richiesto di marcare con la continuità di "Rolly". La sensazione è che un reparto oggettivamente meglio assortito rispetto allo scorso anno gli abbia trasmesso sicurezza, permettendogli di esaltare le proprie caratteristiche. Il giocatore sta vivendo un momento d'oro e sarebbe ben contento di discutere con la società un eventuale rinnovo di contratto (ad ora in scadenza nel giugno del 2026). Il suo amore per Firenze è noto a tutti, non a caso ha scelto di sposarsi a Palazzo Vecchio proprio dieci giorni fa. La vittoria di un trofeo e, chissà, la convocazione in Nazionale sarebbero il coronamento di un'annata splendida. Lui ci spera, nel frattempo continua a lavorare. Sempre a testa bassa.
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