Tra rimpianti e il figlio alla Fiorentina. Flachi si racconta: "Ho buttato via il 40% delle mie doti"

Interpellato dalle pagine odierne de La Gazzetta dello Sport, l'ex fantasista viola Francesco Flachi si è raccontato a 360 gradi, sventagliando dalla sua carriera alla sua vita privata. Queste le sue parole, a partire dai suoi trascorsi in Serie A: "Avrei potuto fare ben di più. Ho buttato via il 40% della mia qualità. A Firenze avrei dovuto capire che stavo diventando un calciatore vero. Ero debole. Ranieri mi fece esordire in A a 18 anni. Gli sono grato".
Un pensiero poi a Sampdoria e Fiorentina: "I miei grandi amori. Ero tifosissimo viola, lo sono tuttora, ho fatto la Fiesole. Poi da giocatore avevo davanti un certo Rui Costa. A Genova con i tifosi blucerchiati c’è un rapporto che va oltre il calcio. Ci siamo aiutati a vicenda. Giocavo col 10. Sono entrato nei cuori dei sampdoriani e questo vale più di una Champions. Con 110 gol sono il terzo marcatore dopo Mancini e Vialli e senza le stupidaggini personali chissà dove sarei".
Infine una riflessione sul figlio Tommaso, che gioca nell'Under 18 della Fiorentina: "Io sono critico. È simile a me, può fare l’esterno o la seconda punta. È più forte, ma si guarda troppo allo specchio. E si tocca troppo i capelli. Deve essere più malizioso. Ha la grande fortuna di essere alla Fiorentina, di vivere il Viola Park dove ha tutto. Gli dico che non deve mai buttar via un minuto di allenamento e di partita e di provarci fino alla fine. Una giocata può cambiarti la carriera. Non vado sempre a vederlo, ma vado spesso la notte a prenderlo in discoteca. Preferisco fare così. Pensare che prima aprivo e chiudevo i locali e ora faccio il genitore che aspetta fuori il figlio".
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