Alla scoperta del Celje: nella città dei Conti e della pallamano, l'ex Udinese Riera tenta il terzo upset consecutivo

Nell'esatto momento in cui, lo scorso 13 marzo, a Lugano, Yanis Cimignani sparava fuori il rigore del possibile 7-7, dalle parti di Celje, oltre ad aver stappato una bottiglia di Pelinkovac di quelle buone, hanno fatto partire la vendita dei biglietti per la sfida contro la Fiorentina. Da quelle parti c'è fame di calcio vero, della prima grande sfida a una big europea. Per questo l'Arena Petrol sarà piena in ogni ordine di posto e oltre. Per la città dei Conti - chiamata così per il retaggio ancora tangibile di un periodo, quello medievale, in cui rappresentava uno dei poli culturali dell'Europa - Celje-Fiorentina è quindi iniziata più di tre settimane fa. E nel presentare l'euro-rivale dei viola partiamo proprio dall'atmosfera che si respirerà domani nell'impianto da poco più di 13mila spettatori.
Tutto esaurito - con la presenza di oltre mille tifosi ospiti -, grazie alla gentile concessione della Uefa: l'organo internazionale che fa capo a uno degli sloveni più famosi del globo, Aleksander Ceferin, ha infatti concesso un permesso speciale per aprire un'ulteriore porzione di impianto, di solito chiusa per lavori di ristrutturazione. Tutti gli occhi degli sloveni sono quindi sul Celje, compresi quelli del demiurgo del calcio internazionale Ceferin. I gialloblù hanno già scritto la storia, diventando la prima squadra slovena a qualificarsi a un quarto di finale di una competizione internazionale, adesso vogliono entrare nella leggenda. E oscurare, almeno per qualche giorno, la selezione cittadina di pallamano, un vicino ingombrante, capace di centrare sei semifinali di Champions (vincendone una) nell'ultimo ventennio. Questo, l'RK Celje, fino a pochi mesi fa, era il vanto di una cittadina (la quarta più grossa del paese) che vive poi immersa in un'atmosfera medievale, tra castelli e torri, con la classica rutilante movida da cittadina mitteleuropea. Tradotto per i meno usati all’area: “la partita è alle 21:00, cenate prima di arrivare allo stadio che altrimenti state digiuni fino a colazione”.
Per lo sport, Celje è città della pallamano. O almeno lo era fino all'avvento di Albert Riera: ex Liverpool e nazionale spagnola, una carriera da ottimo centrocampista passata anche da un cameo in maglia Udinese, zero presenze con tanto di fuga di mezzanotte in un casinò oltre confine - guarda un po' in Slovenia - pizzicata da Pozzo, che lo liquidò seduta stante. Dalle parti di Lubjana Riera non ha trovato soltanto tavoli verdi e fiches, ma anche le prime panchine: inizia dall'Olimpia Lubiana, protagonista di una delle conferenze di presentazione più surreali mai viste, quando al momento dell'insediamento all'Olimpia un gruppo di ultras irruppe nella sala stampa in passamontagna per protestare contro la scelta dell'allenatore (qui il video). Gli stessi ultras nel maggio 2023 lo portano in trionfo dopo il successo del campionato.
L'estate successiva passa al Celje, il resto è storia, inteso come un percorso inimmaginabile in Europa. La strada parte da lontanissimo, dai preliminari di Champions a metà luglio - sconfitta contro lo Slovan Bratislava - ai quarti contro la Fiorentina. In mezzo venti gare europee, l'uscita in Europa League sempre ai preliminari, contro lo Shamrock Rovers, e l'atterraggio in Conference, con il playoff vinto contro gli armeni del Pyunik e poi un maxi-girone concluso al 21esimo posto, con tanto di impresa sfiorata sul campo del Real Betis (sconfitta 2-1 al 94' a Siviglia). Da queste parti c'è un detto, Če je volja, je tudi pot - se c'è volontà, c'è strada. Il Celje, con la forza di volontà e con un po' di fortuna, soprattutto nel doppio rocambolesco incrocio contro il Lugano (5-4 alla fine dei tempi supplementari nella gara di ritorno, con passaggio ai rigori dopo l'errore di Cimignani), si è costruito un sentiero verso la gloria. "Volete chiederci se pensiamo di poter passare il turno? Vi rispondiamo #nessuncriminosottimismo. Ma volendo essere seri: secondo voi noi credevamo di poter eliminare il Lugano? O l’APOEL? O di farne 5 al Başakşehir?" scrivono sul loro blog Tiziano e Dema. Sono due italiani che da un po' di anni gestiscono "Il Calcio Sloveno" uno dei pochi spazi sul web in cui ci si può informare su cosa succede sui campi oltre confine. Ci parlano dell'attesa in tutta la Slovenia, non solo Celje, delle basse aspettative per un club che in bacheca ha soltanto tre trofei, e dell'entusiasmo inaspettato che porterà allo stadio un celjese su tre - lo stadio è da 13mila spettatori ed è tutto esaurito, la città conta 40mila abitanti, il conto è più o meno facile, anche se ci saranno tanti curiosi provenienti dai paesi vicini-.
Ci parlano poi anche di una squadra che, complice l'Odissea di Conference, ha mollato un po' in campionato, ormai a 18 punti dall'Olimpia prima, ricca di carneadi per questi palcoscenici e priva anche del centravanti titolare, Armandas Kucys, lituano da 18 centri in stagione, fuori fino all'autunno prossimo per la rottura del legamento crociato rimediata a fine marzo. Riera guida un gruppo con poca qualità - la "luce" l'accende quasi sempre Svit Seslar, trequartista classe 2002 dai colpi deliziosi e l'imbucata facile per i compagni (otto assist in Conference) - ma con un buon impianto di gioco e forte di due scalpi importanti: quello del Lugano, agli ottavi, e ancor prima quello dell'Apoel Nicosia ai playoff di febbraio, con tanto di vittoria per 2-0 a Cipro, su un campo in cui la Fiorentina inciampò a novembre. Si giocheranno la vita - e oltre - in due sfide che riscriveranno, comunque vada, la storia del club dei Conti.
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