ALTRO CHE MERCATO DI GENNAIO: LA FIORENTINA DEVE ANCORA FARE I CONTI CON QUELLO ESTIVO

24.12.2024 13:00 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
ALTRO CHE MERCATO DI GENNAIO: LA FIORENTINA DEVE ANCORA FARE I CONTI CON QUELLO ESTIVO
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2024

La Fiorentina contro l'Udinese ha perso la sua seconda partita di fila in campionato dopo quella contro il Bologna al Dall'Ara ed è così che il mercato è tornato a farla da padrone tra le discussioni dei tifosi e non solo. L'ambiente chiede al club interventi che possano migliorare la qualità di titolari e riserve, pur sapendo benissimo che a gennaio le trattative sono complicate e non sempre risolutive. Palladino ha fatto intuire dopo Guimaraes che un attaccante esterno è la priorità tra le proprie richieste, anche se appare ogni partita più evidente, l'esigenza di inserire a centrocampo giocatori che possano permettere al tecnico anche di cambiare modulo e di non restare "appeso" ad un attacco composto da 4 elementi che non sempre è sostenibile in termini di equilibrio. Ma detto questo, c'è un altro mercato che ancora non si è espresso fino in fondo e che invece, per necessità e a distanza di mesi, dovrà dare i frutti sperati. Ovvero quello concluso la scorsa estate. 

Gudmundsson al centro del gioco
Albert Gudmundsson rischia di trasformarsi in un caso tattico a causa delle sue prestazioni recenti. L'islandese, arrivato con un'operazione che complessivamente potrebbe costringere la Fiorentina a investire 30 milioni di euro, complici le vicende giudiziarie e quelle fisiche, per il momento è quasi un oggetto misterioso. Fatto salvo delle due partite dove è stato decisivo, contro Lazio e Milan, si è visto pochissimo e i viola non si possono permettere di tenerlo ai margini del gioco, soprattutto adesso. Palladino dovrà trovare al più presto una soluzione per farlo fiorire e per fargli tornare il sorriso. È necessario che il suo estro scenda in campo con lui e che aiuti la squadra a decidere le partite e questo può accadere solo trovandogli il giusto vestito. Magari dovrà essere preso ad esempio il suo periodo stellare al Genoa, dove liberato da compiti tattici e circondato da meno compagni di squadra che calpestano le sue zolle, aveva strabiliato tutti con prestazioni da superstar. Nel 4-2-3-1 sembra fare molta fatica e forse, come accaduto con la difesa a tre trasformata in una linea a quattro, anche in questo senso potrebbe essere necessario un cambio d'assetto. 

Alla ricerca del Pongracic perduto
Le modifiche in difesa avrebbero dovuto anche aiutare Pongracic, maggior investimento della storia del club per l'acquisto di un difensore e tutt'oggi un giocatore finito fuori dalle rotazioni. Anche qui i problemi fisici paiono essere il motivo scatenante di queste continue esclusioni, ma anche quando è tornato a disposizione, Palladino raramente gli ha concesso spazio. Il croato è stato fortemente voluto dal mister la scorsa estate e dopo i problemi legati al modulo a tre, adesso non ci sarebbe motivo per lasciarlo fuori, ovviamente al di là dei famosi problemi di cui parlavamo in precedenza. E se da una parte è verissimo che la sua esclusione ha lanciato Comuzzo tra i titolari, è altrettanto vero che la Fiorentina non si può permettere di gettare al vento un investimento come quello legato all'ex Lecce e, come per Gudmundsson, anche per Pongracic sarà fondamentale l'intervento dell'allenatore. 

Basta interrogativi, è l'ora delle certezze
Pur non scordandosi dell'importanza del "nuovo" mercato, quello che ormai è alle porte, la squadra dovrà fare i conti con il rilancio di questi due interpreti. Un periodo di appannamento generale era da mettere in conto, era impossibile immaginarsi una Fiorentina che tenesse il ritmo da lotta scudetto. Ma questo non deve essere un alibi perché i viola hanno giocatori forti da buttare nella mischia, giocatori che devono dare certezze e sicurezze al resto del gruppo. Giocatori che devono vestire i panni di nuovi leader e non di desaparecidos. Quei famosi due super investimenti dell'estate che per il momento hanno provocato più punti interrogativi che minuti in campo e che ora sono chiamati a dare delle risposte sul campo.