PALLADINO, I PANNI DI MOU E QUELLA SVOLTA COMUNICATIVA

28.01.2025 13:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
PALLADINO, I PANNI DI MOU E QUELLA SVOLTA COMUNICATIVA

Che l'aria in casa Fiorentina sia finalmente cambiata non lo si è avvertito soltanto dalla bella affermazione dei viola a Roma domenica sera. Anche sotto l'aspetto della comunicazione la linea sembra aver preso una strada diversa rispetto al passato. E il riferimento non va soltanto al ritorno delle conferenze stampa pregara - prassi ormai consolidata dall'inizio del nuovo anno - quanto anche al ruolo che Raffaele Palladino ha scelto autonomamente (e coraggiosamente) di disegnarsi attorno nel primo momento davvero difficile della sua stagione e della sua carriera: quello di ricettore unico delle critiche e, prima ancora, di comunicatore di quanto accade in ambito tecnico all'interno del club.

Grandi maestri 
La sensazione è che un peso determinante su questo (positivo) cambio di rotta del club lo abbia avuto proprio lo stesso mister. Il quale, cresciuto prima da giocatore in un ambiente di spessore comunicativo come la Juventus e poi - passato in panchina - allevato sotto la sua ala protettiva da un dirigente di esperienza assoluta come Galliani, ha prima assimilato come una spugna l'arte del relazionarsi in pubblico e poi l'ha messa al servizio di una realtà come quella viola che negli ultimi anni - per scelta aziendale - era solita limitare al massimo le comunicazioni, auto-producendosi i contenuti. Un' usanza, per la verità, già in parte archiviata con la promozione di Alessandro Ferrari nel ruolo di direttore generale, che ha contribuito a rasserenare gli animi tra la Fiorentina e alcune testate giornalistiche dopo anni di incomprensioni.

Come Mourinho
Si spiegano così, come detto, da un lato il ritorno delle conferenze stampa del pre-partita (un'operazione di trasparenza voluta dal tecnico e avallata dalla società) nel corso delle quali Palladino è ormai solito vestire i panni di gestore delle informazioni tanto tecniche quanto mediche (quelle legate agli infortunati) e dall'altro l'abilità di mourinhana memoria di accentrare su di sé le critiche per liberare da pressioni i giocatori. L'esempio più fedele lo si è avuto domenica, nella conferenza post-gara, dove l'allenatore ha prima fatto da scudo allo spogliatoio prendendosela con parte dei media ("Sono state scritte bugie: criticate me e criticate il gioco, non scrivete falsità perché non fanno bene ai ragazzi") e poi ha lanciato un messaggio forte, destinato però a lasciare in sospeso tanti punti di domanda ("Quando vi dicono le falsità state attenti a chi ve le dice").

A chi andava il riferimento? La speranza, in ogni caso, è che la trasparenza comunicativa varata nel 2025 resti sempre più a guida del nuovo corso della Fiorentina.