SOTTIL IN ASCESA, GUDMUNDSSON IN OMBRA: COSA LASCIA LA SFIDA CON LA JUVE
Tra i temi principali del match di ieri sera tra Juventus e Fiorentina spiccano le prestazioni di due interpreti chiave nel ruolo dietro la prima punta: Riccardo Sottil e Albert Gudmundsson. Due facce della stessa medaglia, ma con risvolti opposti. Da un lato, Sottil si è ormai preso un posto fisso nello scacchiere di Palladino. Dal malore di Bove in poi, l’ex esterno della Fiorentina è diventato quasi insostituibile, tanto che il tecnico ex Monza lo ha tenuto in campo fino all’ultimo minuto, a differenza degli altri trequartisti essendo ripagato con un gol. Dall’altro lato, l'islandese ha confermato le sue difficoltà: contro la Juventus è apparso spesso fuori posizione, disattento nei fondamentali e con un livello di qualità decisamente inferiore a quanto mostrato nella scorsa stagione.
Il titolare inamovibile - La svolta è arrivata dopo l’infortunio di Bove e il tentativo, non riuscito, di adattare Beltrán come esterno sinistro contro il Bologna. Da allora, Sottil non ha più lasciato il campo, fatta eccezione per la gara contro il Vitória Guimarães, saltata a causa di una tonsillite. Il classe ’99 ha mostrato una condizione fisica in costante crescita e una propensione offensiva che lo rendono un elemento imprescindibile nello scacchiere tattico di Palladino nonché l’unico esterno di fascia sinistra di ruolo. Con il mercato alle porte, l’arrivo di un rinforzo “alla Bove” potrebbe garantire quell’equilibrio che ancora manca al centrocampo andando a togliergli nuovamente il posto, ma una cosa è certa: Sottil é un giocatore su cui Palladino punta.
Gudmundsson, un rebus da risolvere - Se Sottil è la nota positiva, Gudmundsson rappresenta la vera incognita. Dopo un inizio di stagione promettente, il ritorno dall’infortunio ha coinciso con un’involuzione preoccupante. L’islandese sembra spaesato, fuori dai meccanismi della squadra e privo di quella brillantezza che lo aveva reso uno dei protagonisti della scorsa stagione. Palladino, però, sta già lavorando a una soluzione per esaltare le sue qualità, non solo per tutelare l’investimento fatto in estate, ma soprattutto per valorizzare quelle caratteristiche che, in questa squadra, solo lui possiede.