Fiorentina così spenta, perché? Palladino deve infondere più coraggio. Fagioli sotto punta sembra sforzato. La rosa è forte, serve accelerare. Stessi punti dell'andata, medesime difficoltà
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Le partite si vincono dopo averle giocate, non prima. Quelli che fanno tabelle affidandosi ai favori del calendario sono portatori sani di comicità involontaria. Il calcio non è una scienza esatta, ma il combinato disposto di mille variabili. Tra queste ci sono motivazioni, voglia di vincere, fame di contendere ogni pallone e tanto altro. La pessima Fiorentina che si è fatta schiaffeggiare dal Como non ha mostrato niente di tutto questo e ha perso meritatamente. Sprecando un’occasione. Perché Fabregas ha fabbricato una bella partita mentre Palladino non l’ha proprio giocata. Una delle peggiori prestazioni della stagione, copia incolla con quella di Monza. Può succedere? Certo, ma non dovrebbe. Mettiamola così. Perché con Bologna e Milan (devono recuperare la loro partita) dietro ad una lunghezza, quando affronti una formazione che ha 20 punti in meno in classifica e coltivi reali ambizioni di aggredire l’Europa che conta, devi presentarti in campo con un altro atteggiamento.
Il Como veniva da 3 sconfitte consecutive con Atalanta, Bologna e Juventus. Attraverso il gioco, evidente la mano di Fabregas, ha sbancato Firenze. I lombardi non vincevano in assoluto dal 20 gennaio con l’Udinese (in casa 4-1) e in trasferta, fino a ieri, avevano racimolato la miseria di 7 punti con dentro la prestigiosa vittoria di Bergamo del 24 settembre. Dopo 5 mesi hanno pescato un trionfo lontano da casa, giocando una grande gara contro una Fiorentina che al contrario ha disputato solo 7 minuti, come dichiarato dal diesse Pradè appena finito l’incontro. Parole che non faranno piacere a Palladino. Un’altra pillola (la serie è lunga) di curaro che induce a pensare come non ci sia una grande sintonia tra lui e l’allenatore. A dirla tutta i minuti sarebbero stati solo 5 durante i quali la Fiorentina ha creato due occasioni con Zaniolo e una con Gosens, poi è calato inspiegabilmente il sipario. Un avvio così incoraggiante ha fatto da preludio ad una partita inesistente dei viola.
Nel girone di ritorno la Fiorentina su 18 punti disponibili ne hanno portati solo 7 a casa. Gli stessi dell’andata. Allora sorge un’altra riflessione: forse a Palladino serve un po’ di tempo per assemblare i volti nuovi, per trovare la famosa quadra. A settembre Palladino, campionato già avviato, si ritrovò con almeno 4 volti nuovi. I tre pareggi iniziali con Parma, Venezia, Monza, la sconfitta di Bergamo, il trionfo con la Lazio e il pari di Empoli. Col Milan al Franchi cominciò la serie delle 8 vittorie di fila, era il 6 ottobre. Stavolta 5 giocatori arrivati (Valentini è stato parcheggiato a Verona) nella sessione invernale col girone di ritorno sbocciato a Monza il 13 gennaio. Stop in Brianza, pari a Torino, trionfi con Lazio e Genoa, cadute con Inter e Como. Il 3-0 sull’Inter a Firenze, invece, va computato nel girone di andata.
Ieri mancava Kean e Palladino, non avendo un’alternativa con le stesse caratteristiche di Moise (perché la società non gliel’ha presa a gennaio?), ha sistemato Zaniolo davanti a tutti. Non abbiamo ricavato impressioni confortanti. Alle sue spalle Fagioli, un altro che ha deluso. Nel primo tempo, ad un certo punto, l’ex bianconero è scivolato a sinistra in basso pur di recuperare la palla e giocarla. Fagioli è un centrocampista moderno che può fare tutto nel movimento di una gara, ma in partenza trequartista ci lascia dei dubbi. Gudmundsson è il grande assente e anche l’escluso eccellente. Era ripartito dalla panchina, poi quando è subentrato è durato poco più di un quarto d’ora: un colpo all’anca lo ha messo fuori. Il suo passaggio in campo è stato impalpabile. Sta diventando un caso, ammesso non lo sia già. Deve dare tanto di più e Palladino deve toccare le corde giuste: scusateci, ma visto da fuori non pare un gran rapporto quello tra l’islandese e il suo tecnico.
Una Fiorentina che mostra criticità quando deve fare la partita, comandarla, dando l’impressione di essere talvolta troppo attendista. Palladino deve trovare la strada del coraggio da trasferire ai suoi. Bravo ad assumersi le proprie responsabilità, battendo proprio su quel tasto: non essere riuscito a trasmettere ai propri uomini la giusta carica. Ora la rosa si mostra più forte, omogenea, ci sono 19-20 titolari, prima non era così. Dunque serve accelerare e non buttare più via chance come quella sprecata col Como. L’ambizione va espressa anche sul rettangolo di gioco. Tutti devono fare di più.
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