Giova buttarsi sulla Coppa coi migliori

Tralasciando lo sterile esercizio dei se che esercita chi ama calcolare le partite con le piccole squadre del campionato che i viola potevano vincere e non hanno vinto dicendo che con quelle la Fiorentina sarebbe nelle zone alte, anzi altissime, vertiginose, della graduatoria. Lasciamo perdere certi calcoli poiché lo scudetto teorico nelle bacheche non ci sta, ma è roba della terra di mezzo assieme all'anello del potere, alla spada di isildur, al palantir e agli elfi e gli hobbit per chi conosce la saga di Tolkien.
Nel mondo di qua, quello reale e realmente incasinato dei nostri tempi, ha invece forse più senso buttarsi con ogni vigoria sulla coppa che ci siamo guadagnata, quella che non avrà la musichetta affascinante di quell'altra orecchiuta, la Fiorentina per alcuni gioca per il trofeo che forse somiglia davvero a un portaombrelli, ma che almeno, se te la porti a casa, in bacheca eventualmente ci fa la sua figura e alle brutte la metti accanto all'uscio per reggere gli ombrelli. E' del resto la Conference l'unico trofeo che la Fiorentina ha dimostrato, almeno negli ultimi 25 anni, di poter vincere, accedendo a ben due finali. Peccato che la Conference oltre ad essere meno imponente degli altri trofei internazionali, abbia una controindicazione, cioè che per poter essere utile ai fini di una qualificazione a manifestazioni più prestigiose, l'Europa League segnatamente, necessita d'essere vinta, cosa che non è nè facile o scontata nè programmabile.
Epperò, vinta o meno porta nelle casse di un club tanti milioni, circa 25, cifra alla quale una società come quella viola farebbe fatica a rinunciare. Infine andrà detto che a questo punto, anche ai più ottimisti appare piuttosto evidente che arrivare in E.L. dal campionato è sempre più complicato, di Champions non parliamo per carità di patria e osserviamo come siano sempre meno gli ottimisti al cubo, anche perché al sol guardare il prossimo quartetto di sfide che attendono i viola in campionato, la filastrocca recita così: Napoli, Juve, Atalanta e Milan e fa tremar le vene dei polsi.
La Fiorentina adesso gravita lì dove ci eravamo permessi di prevedere sarebbe stata nel pezzo in cui manifestammo un voto insufficiente al mercato estivo( 5,5), quando invece fioccavano giudizi più generosi da svariate parti, lo ricordiamo anche se ammettiamo l'ineleganza di auto citarsi, ad ogni buon conto dicevamo che i viola sarebbero stati settimi ad essere fortunati e al momento là sono, con il Bologna che s'è portato avanti e l'accoppiata Roma e Milan che insegue. Vedremo dove sarà la Viola a fine torneo, considerando che col mercato di gennaio si è rinforzata, ma senza colmare i limiti che si portava dietro fin dall'estate, ad esempio per stasera ad Atene, prossima tappa di coppa, l'ottimo Kean dovrà accelerare il recupero, perché altrimenti Palladino non saprebbe che pesci pigliare. Certo se Kean dovrà forzare i tempi di recupero dopo il trauma cranico, allora ha poco senso che in porta Palladino schieri il portiere in seconda Terracciano, in virtù di una promessa, che poi si sa nel pallone le promesse sono da marinai.
Intendiamoci, Terracciano è un elemento valido, degno di fiducia, anche solo per le ottime prestazioni che ha fornito in viola, ma il paragone con De Gea lo vede soccombente, perciò a schierarlo lo si espone al rischio, in caso di incertezze, vere o presunte, di gogna certa e allora perché rischiare se De Gea è disponibile? Stesso discorso vale a centrocampo per Fagioli, giocatore di qualità che la Fiorentina ha preso a gennaio con un notevole investimento, e ciò sia detto al netto delle scelte tattiche che farà il tecnico, se schierarsi a tre o a due, in ogni caso tenerlo fuori in una partita così importante per le sorti viola, sarebbe una scelta di difficile spiegazione.
La partita in Grecia infatti è decisiva per gli interessi viola e logica imporrà che la si giochi coi migliori a disposizione. Nel caso del centravanti, alternative credibili non ce n'è, perchè il club non ha ritenuto di dotarsene in ben due finestre di mercato. Ma in porta c'è il titolare, perché andare in cerca di guai schierando la riserva? E così in mediana visto che Fagioli che c'è e sta bene. Sarebbe come se, visto siamo in Grecia, terra di classicismo, dire che Diogene girava con una lanterna per rischiarare l'animo umano e Palladino gira col lanternino per cercarsi guai. E invece Palladino ha scelto diversamente e lo ha annunciato alla vigilia alla stampa:' Terracciano ci sarà, abbiamo fiducia in lui'. Le cose belle sono difficili, disse il filosofo ateniese Platone, chissà che l'allenatore viola, in ossequio a tale massima, giocandosi la partita più importante finora nella sua carriera di tecnico, come ha ammesso ieri con la stampa, non se la sia resa più complicata scegliendo la via del principio di rispettare le promesse fatte al portiere di riserva, invece che la mera convenienza invocata dai più, se così è: chapeu a Palladino e forza Terracciano, che sia una gran serata!
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