LE TRE RAGIONI PER CUI LA FIORENTINA DEVE TEMERE IL MILAN

05.10.2024 10:18 di  Alberto Polverosi   vedi letture
LE TRE RAGIONI PER CUI LA FIORENTINA DEVE TEMERE IL MILAN

Prime tre partite di campionato, due punti. Ultime tre, nove punti, con 9 gol segnati. La differenza si potrebbe spiegare col rodaggio del nuovo allenatore, voluto al posto di Pioli che comunque, un anno fa, dopo 6 giornate era primo e di punti ne aveva 15. Troppo facile, troppo semplice come analisi, perché il Milan è in questo momento la squadra più indecifrabile del campionato. Ha vinto bene il derby, è vero, ma anche nel 3-0 col Lecce, nei primi 40 minuti, cioè prima dell’1-0 di Morata che ha spinto i salentini nel baratro, la squadra di Fonseca aveva avuto qualche difficoltà a creare gioco. E lo stesso si può dire nell’ultima sconfitta, quella di martedì a Leverkusen, enigma vero e proprio. Cinquanta minuti con dieci giocatori intimiditi tutti dietro il pallone, corti e stretti (troppo stretti) poi, preso il gol dopo aver rischiato di prenderne altri tre, ha tirato fuori una partita di livello straordinario tanto che avrebbe meritato il pareggio.

Se una squadra da timorosa diventa sfacciata, se per un tempo è impaurita e per un altro coraggiosa, c’è qualcosa che non si spiega facilmente.

La Fiorentina deve temere il Milan per almeno 3 ragioni. La prima: la differenza tecnica, dal portiere al centravanti non c’è un ruolo dove un viola possa diventare titolare nel Milan di oggi. La seconda: ha due giorni di riposo in più (in Champions ha giocato martedì, in Conference la Fiorentina giovedì, anche se Palladino ha schierato tutte le riserve e tre titolari solo nell’ultima mezz’ora) e non è un dettaglio da poco. La terza: in questo momento il Milan va considerato in corsa per lo scudetto. Peraltro, dopo due sconfitte nelle prime due giornate della nuova Champions, il traguardo nazionale diventa primario per i rossoneri. Il problema più grosso di questa partita non riguarda però il Milan ma la Fiorentina stessa, il suo gioco confuso, senza sbocchi, le sue scelte sbagliate, il suo ritmo blando, le sue rare accelerazioni.

Se il Milan è una squadra che deve capire la propria dimensione, la Fiorentina è una squadra che deve capire il suo gioco.

Massima attenzione per Pulisic che ha iniziato la stagione in modo promettente come l’anno scorso, anzi, meglio: 4 gol dopo 6 giornate, quota che dodici mesi fa raggiunse dopo 8 gare. Difficile immaginare che nonostante le fatiche di questo inizio di stagione (sempre titolare, sia in campionato che in Champions) Fonseca faccia a meno proprio del suo giocatore più in forma. E Pulisic è un tipo di giocatore difficile da marcare, sa sempre come sottrarsi al controllo dell’avversario. Davanti a lui giocherà Morata (ha iniziato in panchina a Leverkusen), ovvero il centravanti della nazionale campione d’Europa. Di Leao impossibile prevedere qualunque cosa, dipende dalla luna, se è di traverso diventa un giocatore inutile, ma se la luna è bella piena allora saranno dolori per Dodo. Fofana è il motore della squadra che Reijnders rende più ricca di gioco e creatività. Il Milan ha segnato 14 gol, il doppio della Fiorentina, ma ne ha subiti lo stesso numero 7, segno che là dietro la squadra di Palladino può trovare lo spazio e lo spunto per farsi minacciosa.