VIOLA CON LA RABBIA E L'ORGOGLIO. A TORINO UN PUNTO COSÌ FA GODERE... DE GEA MOSTRUOSO, KEAN SURCLASSA DUSAN. SOTTIL MERITAVA UNA SIMILE PRODEZZA. COMUZZO UN MURO SU VLAHOVIC. MERCATO, CHIESA NON È SOLO UNA VOCE...

30.12.2024 09:30 di  Mario Tenerani   vedi letture
VIOLA CON LA RABBIA E L'ORGOGLIO. A TORINO UN PUNTO COSÌ FA GODERE... DE GEA MOSTRUOSO, KEAN SURCLASSA DUSAN. SOTTIL MERITAVA UNA SIMILE PRODEZZA. COMUZZO UN MURO SU VLAHOVIC. MERCATO, CHIESA NON È SOLO UNA VOCE...
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Lo scenario è stato ribaltato. Di solito è la Juventus, spesso contro la Fiorentina, a segnare il gol decisivo nelle vicinanze dello scadere. Stavolta invece è stata la Fiorentina con un missile al volo di Sottil a spaccare la rete di Di Gregorio. Riccardo ha esultato sotto gli occhi del babbo in tribuna: meritava una prodezza simile dopo tante amarezze. L'esterno da settimane è in progressivo aumento di rendimento, per merito proprio e per il grande lavoro che su di lui ha fatto Palladino. 

Ci sono pareggi che hanno il profumo della vittoria, quell'aroma che ti rallegra e rasserena, ecco, quello uscito allo Stadium per viola ha proprio questo effetto. Nel frangente in cui gli uomini di Palladino dovevano tirare fuori gli attributi, lo hanno fatto. Un pareggio così fa godere, tanto

Al netto di qualche errore che c'è stato, a cominciare dal primo gol di Thuram: centrocampo e difesa lo hanno lasciato passare nel corridoio centrale, nonostante che la squadra fosse schierata per bene. Una disattenzione che in qualche modo si è ripresentata nel raddoppio del centrocampista bianconero. Ma la Fiorentina ha creato i propri pericoli alla difesa di Motta e soprattutto ha capito che davanti non aveva una grande Juventus. Se i bianconeri hanno pareggiato 11 partite su 18 in campionato qualcosa significherà. Però a Torino è sempre dura e nelle ultime 13 gare i viola, prima di questa, 12 volte avevano perso, giusto per capirsi. 

Verdetto buono per la Fiorentina, arrivato per interrompere la serie delle due sconfitte consecutive con Bologna e Udinese. Era importante presentarsi al Napoli con un risultato positivo. 

Evidentemente l'incitamento che 500 ultrà della Fiesole hanno fatto ai viola in partenza per Torino ha toccato le corde giuste. Quelle parole, pronunciate col megafono da uno dei leader della Fiesole, hanno rimesso le tessere al loro posto perché questa non sarà mai una partita come tutte le altre. Chi non lo comprende è fuori dal contesto di Firenze. Palladino, invece, lo ha capito al volo tanto che ieri sera, in sala stampa, ha detto: "Quel discorso mi è piaciuto così tanto che quel ragazzo lo avrei fatto giocare...". 

De Gea è stato mostruoso al 41' del primo tempo su Vlahovic: il serbo da pochi metri gli ha scaricato addosso un sinistro violento e il portiere con la mano destra, restando in piedi, ha deviato la conclusione in angolo. Si è fatto pure male, ma ad un altro sarebbe andata peggio perché la spalla sarebbero potuta saltare. La postura di De Gea in quella occasione la dice lunga sulla straordinaria abilità dello spagnolo. David ha effettuato altri due interventi decisivi: uno su Gatti, colpo di testa, e l'altro su una soluzione chirurgica di Coincecao. Come diceva Rocco: "Datemi un portiere che para e un centravanti che segna...". Kean, appunto. Grazie anche all'assist perfetto di Adli. Per l'ex bianconero sono 15 centri stagionali coi viola di cui 11 in A e il resto nelle coppe. A queste reti va aggiunta quella a Israele con l'Italia: sono 16 in totale tra metà agosto e fine dicembre. Una resurrezione calcistica incredibile. Allo Stadium ha surclassato il suo ex compagno alla Juve, Dusan Vlahovic. Kean ha stravinto il duello e anche in fatto di gol il serbo è fermo a quota 12 mentre il viola è, come detto, a 15 reti.  

Tra le cose belle la prestazione di Parisi. Il terzino ha impiegato un po' di minuti a prendere le misure a Coincecao, uno dei migliori della Juventus. Ma sulla distanza il viola è uscito benissimo confezionando una gara interessante. Parisi ha davanti Gosens, ma considerando che a gennaio Biraghi andrà via avrà sicuramente più spazio. Ci è piaciuto anche Comuzzo, "the wall", un muro sul quale Vlahovic è sbattuto. Per il giovane centrale solo una mezza incertezza nel primo tempo che sarebbe potuta costare cara se super De Gea non ci avesse messo una toppa. Comuzzo ha anticipato quasi sempre Vlahovic e il serbo è rimasto ancora a secco contro la Fiorentina. Pietro da speranza in poco tempo si è trasformato in realtà

Intanto aspettiamo di rivedere il vero Gudmundsson: l'islandese è lontano da quella condizione che possa giustificare la qualità dello scorso anno al Genoa e il valore del suo cartellino, circa 30 milioni. La Fiorentina ha bisogno di lui perché è impossibile aggrapparsi sempre ai gol di Kean. 

Arriviamo al mercato. C'è una vocina che gira da un po' e che narra di una pista viola verso Chiesa. Verrebbe da dire che è fantacalcio... Invece forse non si tratta solo di una fiaba di gennaio, come tante, per altro, ce ne sono. Pare che la Fiorentina ci pensi davvero e non solo da ora. Nella scorsa estate ci sarebbero state esplorazioni sotto traccia, mentre adesso ci sarebbe qualcosa di più. C'è un ostacolo, però, non semplice da superare: l'ingaggio. A Liverpool, dove la sua esperienza è già al capolinea, Chiesa percepisce un ingaggio netto di poco inferiore ai 7 milioni di euro. Completamente fuori dalla portata della società viola. Senza dimenticare come si sono lasciate le parti nel 2020 alla fine del mercato estivo, prolungato causa Covid. Salutò Firenze con un palo preso contro la Samp al Franchi e con la fascia al braccio. Ma le polemiche furono roventi. Su Chiesa ci sarebbero in pressing anche Milan e Napoli. Tutto complicato, ma Chiesa non è solo un'idea...