Gli infiniti tormenti di Gudmundsson, talento in bilico tra rabbia e speranza
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Not so Gud, scrive la Repubblica - edizione Firenze-. La stagione tormentata di Albert Gudmundsson continua, con l’islandese che accumula problemi fisici che ne limitano la condizione e ne affossano il morale. Una serie di sfortune senza fine, l’ultima pochi giorni fa, appena entrato contro il Como.
Strefezza lancia lungo, Mandragora devia e il pallone si impenna: Gudmundsson salta, ma il contatto con Caqueret lo sbilancia. Il numero 10 cade rovinosamente sull’osso sacro, toccandosi la parte bassa della schiena. Le braccia non attutiscono l’impatto, e l’islandese sbatte le mani a terra, dolorante. Prova a restare in campo dopo l’intervento dei sanitari, ma al 74’ deve arrendersi. Entra Ndour, mentre Gud lascia il campo con la maglia sul volto, a celare un’altra delusione.
Era entrato al 55’ al posto di Zaniolo per accendere la manovra, ma la Fiorentina di Palladino non ha mai trovato la scintilla. Il tecnico ha spiegato che era partito dalla panchina perché «debilitato da una settimana di febbre e tonsillite». Anche prima dell’infortunio, il suo impatto era stato negativo, con un controllo sbagliato e un fallo su Strefezza che gli era costato un giallo. Fisicamente mai al meglio, il suo inserimento nel sistema di Palladino resta complicato. Il futuro è incerto, ma Palladino lo ha sempre elogiato: «È uno dei calciatori più forti del nostro campionato, perfetto per la nostra idea di calcio». Resta da capire se potrà mai dimostrarlo davvero.
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