RUBINHO A RFV, Palladino un 'Gasp 2.0'. Martinelli...
Rubinho, ex portiere e oggi procuratore, su Radio FirenzeViola nel corso di "Chi si compra?", ha parlato così di Fiorentina, iniziando da una considerazione sulla possibile promozione di Martinelli a secondo portiere: "Secondo me è giusto promuoverlo perché è un ragazzo di prospettiva e con a fianco uno come De Gea può crescere ancora di più. Se dovesse andare in prestito e non fecesse bene, magari in una squadra che non funziona, cosa dovrebbe fare la Fiorentina? Invece è più facile trovare una sistemazione per Terracciano, che può essere un portiere affidabile per diverse squadre".
Quanto può incidere per Martinelli stare un anno e mezzo senza giocare?
"Anche se non ha giocato, per un anno si è allenato tutti i giorni con i migliori. Per questo quando verrà chiamato in causa sarà comunque particolarmente attento. Non vedo un problema per questo periodo di inattività e De Gea ne è un esempio".
Quanto c’è di Palladino in questa squadra?
“Sono contento di quello che sta facendo Palladino perché è un ragazzo spettacolare. Lui sa gestire meglio le situazioni difficili, quando la squadra non riesce a fare il proprio gioco. È ancora giovane e per questo riesce a capire e assecondare i propri giocatori. Sono sicuro che Palladino diventerà un ‘Gasp 2.0’”.
Dodo può entrare nelle gerarchie del Brasile?
“Secondo me, scusate la franchezza, Dodo era andato lì per fare numero perché Dorival Junior (ct del Brasile, ndr) considera Danilo un punto di riferimento. Detto ciò, ora il Brasile è una vergogna e arrivo a dire che non so se sia meglio o meno andare in una Nazionale dove c’è sempre confusione”.
Si ricorda quel 3-3 tra Genoa e Fiorentina con la tripletta di Mutu?
“Mi ricordo che feci anche un errore (ride, ndr). Fu una partita molto strana: faceva molto freddo, la porta era congelata. Andammo sul 3-1 e sul pareggio ci furono molte polemiche con l’arbitro. Ci costò la Champions perché alla fine la Fiorentina ottenne un punto in più. Affrontare un calciatore come Mutu ti portava a dover essere sempre preparato e attento, perché era intelligente e imprevedibile. Tante volte ha risolto partite in un lampo. Era bello giocare contro squadre che avevano certi calciatori”.
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